Non ti curar di loro

Era prevedibile, non si sono smentiti neanche stavolta. Hanno preteso che Conte andasse in Parlamento con la scusa di voler collaborare e poi gli hanno teso la più classica delle imboscate. 

Hanno semplicemente colto l’occasione per attaccare il Governo, accusando Conte di aver abbandonato le regioni del nord e chiedendo prestiti e finanziamenti a pioggia – misure utopiche, semplicemente impossibili da realizzare.

Bravi. 

Avete fatto perdere all’Italia altro tempo utile. Avete pensato solo a fare sciacallaggio. 

La vostra eterna e misera campagna elettorale. 

Conte ha iniziato il suo discorso chiarendo che ci sarà un tempo per ogni cosa, per giudicare assieme l’operato del Governo e tornare a fare battaglia politica. Siamo in piena pandemia. Quel momento, ovviamente, non è ancora arrivato. 

Oggi sarebbe il caso di remare tutti nella stessa direzione, evitando sterili polemiche ed inutili imboscate.

Per il bene della nostra nazione.

Lo capirebbe anche un bambino, ma stiamo chiaramente chiedendo troppo. 

Roma 26.3.2020

Non ti curar di loro

Una festa importante

Mio nonno era romano e romanista. Antifascista. Metteva la brillantina sui capelli, teneva la camicia sbottonata sul petto villoso e sapeva disegnare con la mano ferma e leggera, da grande artista. Come tanti, era rimasto schiavo del lavoro di suo padre: l’avevano fatto entrare “a bottega” da piccolo, ne era uscito poco prima di morire.

Mio nonno era abruzzese, forte e gentile, aveva la schiena dritta e la mente limpida come il cielo di primavera. Da bambino, aveva abbandonato la famiglia per andare a studiare con lo “zio prete”. Poi, un passo alla volta, era diventato l’intellettuale da tutti conosciuto e stimato, l’autorità indiscussa, la sentenza di cassazione. Gentile con le persone umili, totalmente estraneo all’arroganza dei potenti.

Uno zio mi ha insegnato ad andare in bicicletta, uno mi ha fatto appassionare alla psicologia, un altro si confrontava con me, per ore, quando mi assillavano i dubbi esistenziali dell’adolescenza.

Ho conosciuto un professore di liceo che mi faceva venire voglia di conquistare il mondo, un sacerdote che mi ha aiutato nei momenti difficili, un Maestro che mi ha insegnato l’accademia.

Ho un amico che mi protegge dal cielo, uno che mi ricorda da dove vengo e uno che mi stima per ciò che sono e che faccio.

Oltre all’unico, vero e insostituibile padre, nella nostra vita, abbiamo la fortuna di incontrarne molti altri.

Rendiamo omaggio anche a loro.

Per fare un uomo, un solo padre non basta.

PS: Facebook mi ricorda che ho pubblicato questo post lo scorso anno, per celebrare San Giuseppe. Ho pensato che fosse il caso di riproporlo oggi. Il 70% dei morti per coronavirus sono maschi, molti di loro sono stati padri, ne sentiremo per sempre la mancanza.

Saranno per sempre con noi.

Io Resto A Casa E Leggo

IoRestoACasaELegggo

Venerdì 20 alle ore 19.00 sarò in diretta sulla pagina pubblica di Facebook [Due Minuti Di Lucidità] per un aperitivo condiviso con voi. Sarà un’ottima occasione per fare quattro chiacchiere, prendere un aperitivo e parlare dei libri che stiamo leggendo in questo periodo.

Prendete nota: dopodomani, venerdì 20, su Facebook , portate il vostro aperitivo e il vostro libro!

Roma 18.3.2020

Nunc Est Bibendum

[Ora è il momento di bere insieme]

Pandémie

Cara Christine, in questi giorni di grandi sacrifici – solitudine, paura e tensione sociale – noi italiani stiamo proteggendo anche voi.

Quando la casa del vicino va a fuoco, tu devi essere il primo a correre con un grosso secchio colmo d’acqua. Invece di cucinarti una bella omelette pensando che la cosa “non riguarda il quartiere”.

Devi essere il primo ad accorrere, fosse anche solo per un razionale e sano egoismo.

Italia 13.3.2020

Cara Christine, oggi cerca sul vocabolario la parola “pandemia” – pandémie.

Poi, cortesemente, dimettiti.

Oh Capitano, mio Capitano

Gennaro Arma, Comandante della nave da crociera Diamond Princess, è stato l’ultimo a scendere dal transatlantico, dopo essere rimasto bloccato per due settimane al largo della baia di Yokohama assieme a 3700 persone in quarantena – di cui 600 positivi e due vittime.

Il Comandante Arma si è comportato da perfetto Primo Cittadino divenendo il quotidiano punto di riferimento per la sua piccola città galleggiante; ha evitato che il panico dilagasse a bordo, mostrandosi disponibile con tutti, mantenendo la schiena dritta, il sangue freddo e il raziocino necessari per guidare la sua nave fuori da questa imprevedibile tempesta.

Caro Capitano, grazie per aver riscattato una grande tradizione dal fango in cui era stata gettata a seguito dell’inglorioso naufragio della Costa Concordia; grazie per Il cuore, il coraggio e la competenza; per essere stato esempio e regola da seguire.

I topi sono i primi ad abbandonare una nave che affonda.
L’ultimo è il Comandante.

Sant’Agnello (Napoli) A. D. 2020

Per Aspera Ad Astra
[Attraversando le difficoltà si arriva alle stelle]