La Corte d’Appello di Palermo ha stabilito che i famigliari delle 81 vittime della strage di Ustica hanno diritto ad essere risarciti con complessivi 17 milioni di euro. La vicenda risale alla notte del 27 giugno del 1980, quando un DC9 fu “misteriosamente” abbattuto mentre viaggiava da Bologna verso l’aeroporto palermitano di Punta Raisi. I giudici di Palermo hanno riconosciuto la responsabilità dello Stato italiano. Più esattamente, del Ministero della Difesa e del Ministero dei Trasporti. Perché, oltre a non garantire la sicurezza dei passeggeri, si adoperarono successivamente per depistare le indagini. Proprio così. Nero su bianco: si adoperarono per depistare le indagini.
Ustica, Gladio, la Stazione di Bologna, Il sequestro Moro… troppe volte lo Stato italiano – o parte di esso – ha avuto rapporti poco chiari con la mafia, con la massoneria, con i servizi segreti di altri Paesi. Troppe persone innocenti sono morte, sacrificate come pedine su di una gigantesca scacchiera fatta di inconfessabili connivenze criminali, deplorevoli affiliazioni mafiose e miserabili interessi politici. Ora lo Stato italiano dovrà pagare per le sue vittime innocenti. E siccome buona parte dei documenti “a nostra disposizione” sono ancora secretati, dopo trentasette anni, non solo non abbiamo diritto di sapere cosa è accaduto davvero quella maledetta notte, ma non sappiamo nemmeno a chi dovremmo mandare il conto.
A piazza Fontana, nella stazione di Bologna, nella scorta di Falcone o su quel volo avrebbe potuto esserci un nostro amico, un parente, ciascuno di noi. Fino a quando non sapremo tutta la verità, la pia illusione di vivere in una democrazia affonderà silenziosamente negli abissi. Come un aereo colmo di civili, abbattuto durante un misterioso combattimento tra velivoli non identificati, sui cieli italiani, il 27 giugno del 1980.