Caldo

Non ti lascia vivere, questo caldo.

Ti toglie il fiato, il sonno, l’appetito… Non uscite nelle ore più calde: dalle 8.30 del mattino al 27 settembre.

Ti insegue come una bestia feroce, questo caldo. Resta attaccato alla schiena, brucia nei polmoni, annebbia il pensiero. Dicono che in qualsiasi sistema chiuso – chimico, fisico o sociale – se aumenta il caldo aumenta la confusione… sarà per questo motivo che la maggior parte dei serial killer agisce l’estate. Pensate ad esempio all’americano “Sam”, al mostro di Firenze, o peggio ancora ai gruppi reggaeton.

Ti toglie la voglia di fare qualsiasi cosa, questo caldo. Dicono che anche per questo motivo i Paesi del Sud abbiano una produttività minore rispetto al Nord del Pianeta. Ed in effetti, abbiamo tutti in mente l’immagine dei messicani che si godono la loro beata siesta serenamente appoggiati al muro di bianchissime case, con le mani sul grembo e il sombrero calato sul viso; i nostri concittadini che vivono in alcuni piccoli paesini, che sembrano sempre avere tutto il tempo del mondo, mentre si muovono al rallentatore; Salvini che balla tra le cubiste e beve cocktails in una famosa discoteca sulla spiaggia.

Toglie la voglia di lavorare a tutti, questo caldo – figuriamoci a chi non l’ha mai avuta ;)

Aumenta la conflittualità sociale, questo caldo; accresce la fatica fisica e mentale; peggiora i sintomi della depressione. Ma ha anche dei difetti.

Stimola gli incendi.

Non riesce neanche più a combattere il covid.

Insomma, è inutile e dannoso come le sue amate zanzare.

Lo sfrutteremo per migliorare la nostra pazienza, per accrescere il problem solving e la capacità di lavorare sotto stress?

Il primo che commenta “ne usciremo migliori” sarà caldamente invitato a raccogliere ortiche sulla superficie del sole, assieme agli amici del grande Poeta.

20.7.2022

Datemi cinque gradi di meno, subito, e vi giuro che nessuno si farà del male :)

La serie TV per cui vale la pena avere una TV – no spoiler

La quarta stagione di Stranger Things rasenta la perfezione e può essere definita, a tutti gli effetti “epica”. La sceneggiatura intreccia con grande sapienza tre trame apparentemente separate; l’ambientazione anni ‘80 è stata ricostruita con una precisione commovente; i personaggi secondari, uno in particolare, sono talmente azzeccati da fare quasi ombra ai protagonisti.

Ho amato Stranger Things sin dalla prima stagione, temevo che non avrebbero mantenuto quel livello con le successive, non ero rimasto troppo soddisfatto dalla terza e difficilmente avrei potuto prevedere che la quarta avrebbe alzato tanto il livello, risultando ancor più bella della prima.

Dopo aver visto l’ultima stagione posso affermare che guardare questa serie tv è un ottimo motivo per avere una televisione in casa. Da sola, vale l’intero abbonamento a Netflix.

Molto di ciò che vediamo in Stranger Things è stato gia detto o scritto quarant’anni fa in diverse forme – fumetti, romanzi, canzoni, giochi di ruolo… – ma gli sceneggiatori sono riusciti nella colossale impresa di riproporre alla perfezione quello spirito e fare addirittura meglio dei loro Maestri.

Voto: 110 e lode.

Quasi impossibile fare meglio
🤟