Grazie Bruno

(Milano) – Una donna di 43 anni, medico e madre, rientra a casa, in pieno giorno, parlando al cellulare. La segue un giovane, che irrompe dentro la sua abitazione, la picchia selvaggiamente e prova a violentarla.

Dopo interminabili attimi di terrore, la donna riesce a reagire, colpisce due volte il suo aggressore nelle parti basse, esce di casa e inizia ad urlare, chiedendo aiuto, sul pianerottolo.

Accorrre, assieme agli altri condomini, anche il signor Bruno, pensionato, 94 anni, origini siciliane.

Appena capisce cosa è accaduto, Bruno torna a casa, prende la sua pistola scacciacani, entra da solo nell’appartamento della signora, intercetta il malvivente e lo tiene sotto tiro, obbligandolo ad aspettare l’arrivo dei carabinieri.

In questa storia ci sono due eroi. Uno, per quanto mi riguarda, è la stessa dottoressa, coraggiosa, determinata, combattente.

Il secondo è Bruno, che non si è voltato dall’altra parte. Bruno che ha rischiato in prima persona, che ha fatto la cosa giusta, che si è messo in gioco, nonostante l’età, per il bene comune.

Simbolo di valori antichi, che provengono dal Novecento.

12.5.2023

Grazie di vero cuore, Bruno.

Altro che “individui non produttivi”, da gente come voi, abbiamo tutto da imparare
❤️

La ruota di scorta

(Londra) – La Regina Elisabetta decise di mandare in guerra Harry, e non William, perché la sua eventuale morte in battaglia non avrebbe danneggiato eccessivamente la corona.

Queste le rivelazioni dell’ex-comandante in capo dell’esercito britannico, sir. Mike Jackson, il quale afferma di aver discusso con la regina circa l’impiego in battaglia di entrambi i principi.

“William fu tenuto a casa perché era l’erede al trono, per Harrry, invece, si trattava di un rischio accettabile”.

Adesso, forse, sarà più chiaro a tante persone per quale motivo il libro autobiografico di Harry si intitola “spare” – che in italiano significa “riserva”, “scorta”, ricambio”.

Quando fu pubblicato, ne discussi con Anna Pettinelli e Sergio Friscia, su Radio Dimensione Suono, sottolineando che per un secondo genito può essere parecchio difficile crescere all’ombra del primo – tanto che esiste una precisa sindrome psicologica che descrive questo disagio.

Come vi sentireste se mandassero voi al fronte – e non vostro fratello maggiore – perché, secondo le logiche di potere della famiglia, voi potete essere sacrificati, lui no?

Avete idea di come si possa sentire una persona che viene trattata cosi?

12.4.2023

Un rischio accettabile.

L’amore donato

Sofia Sacchitelli aveva solo 21 quando le è stato diagnosticato un raro tumore al cuore. Studentessa di Medicina a Genova, sapeva che non le sarebbe rimasto molto tempo da vivere. È caduta quindi in una profonda depressione (come, immagino, potrebbe accadere a chiunque ricevesse una notizia del genere).

Poi, la scintilla, il colpo d’ala.

Sofia, nel tempo che ancora le restava, ha deciso di fare qualcosa di utile per tutte le “altre persone che hanno ricevuto una sentenza di morte” – diceva.

Ha fondato quindi la onlus “Sofia nel cuore”, con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca, ed è divenuta un punto di riferimento nella battaglia contro le malattie rare. Tanto che la sua Università l’ha insignita di una medaglia al merito, per il grande attaccamento dimostrato ai valori medici e scientifici.

Sofia è scomparsa pochi giorni fa.
Lasciandoci il suo impareggiabile esempio di coraggio e di amore per la vita.

Abbiamone cura, aiutiamo la ricerca.

23.3.2023

Di noi resterà solo l’amore che abbiamo donato.
❤️

Per Alice

(Agrigento) – Alice aveva solo diciassette anni, quando decise di togliersi la vita, gettandosi nel vuoto dalla Rupe Atenea.

I genitori e la sorella hanno sospettato per anni che dietro quel gesto estremo ci fossero uno o più responsabili. Al termine di una delicatissima inchiesta, gli inquirenti hanno confermato i loro dubbi.

Alice, quando aveva 15 anni, era stata stuprata da quattro ragazzi, uno dei quali era il suo fidanzato. L’avevano anche filmata mentre implorava loro di smettere.

“Non voglio”; “mi sento male”; “ti prego, mi uccido”. Queste sono le drammatiche frasi che non hanno lasciato dubbi agli inquirenti.

Ora la Procura contesta al branco la violenza sessuale di gruppo e la produzione di materiale pedopornografico.

“Ho un segreto che mi sta divorando” – scriveva Alice sui social – “ho provato a convincerci e in alcuni momenti me ne fregavo, ma dimenticarlo mai”.

“Io non sono una persona debole, voglio cadere sempre in piedi e voglio averla sempre vinta. Ma questa volta non posso lottare perché non potrò averla vinta mai. Come non posso continuare a vivere così”.

Queste sono le sue parole: prendono alla gola, chiudono lo stomaco. Rendono perfettamente l’idea dell’inferno in cui l’hanno sprofondata.

Credo che siano possibili solo due commenti per una vicenda come questa. 1) Spero
che quei quattro criminali paghino secondo giustizia fino all’ultimo giorno di carcere per ciò che hanno fatto. Spero che in carcere trovino tempo e modo per pentirsene amaramente.

2) Se hai vissuto una storia come quella di Alice non tenerti tutto dentro: chiama un centro anti violenza, raccontalo ai tuoi genitori, parlane con la tua migliore amica. Non c’è nulla di cui tu debba vergognarti; non hai colpe; non sei sola.

Parlane con chi ti ama, saprà bene come aiutarti.

19.2.2023

Un pensiero pieno di amore per Alice,
per tutte le vittime silenziose.

15 anni

In occasione della giornata mondiale dei diritti dei bambini, Save The Children ha pubblicato uno sconcertante report sul nostro Paese: i dati dimostrano che la speranza di vita in buona salute di una bambina in Calabria è inferiore di ben 15 anni a quella di una bambina nata in Trentino.

15 anni.

In Italia, circa un milione e 400 mila bambini vivono in una condizione di povertà assoluta; mancano, inoltre, 1400 pediatri. Questa situazione produce gravissimi danni, soprattutto al sud, determinando uno sconcertante gap nelle aspettative di vita in buona salute.

Cerchiamo di ricordarlo sempre quando osanniamo la società della competizione e pensiamo di fondare l’istruzione sul merito.

Premiare i migliori ha senso solo se le condizioni di partenza sono uguali o quantomeno paragonabili. Altrimenti non facciamo altro che premiare chi è stato già favorito dalla vita, a scapito di chi sarebbe altrettanto bravo, ma è stato semplicemente sfortunato.

20.11.2022

Save The Children

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