(Budapest) – L’hanno portata in aula come un cane, trascinata dal guinzaglio tenuto dalle guardie penitenziarie, con le manette strette ai polsi e alle caviglie.
Così è iniziato il processo di Ilaria Salis, la maestra milanese che da circa un anno è detenuta in Ungheria a seguito di una manifestazione antifascista.
Ilaria è accusata di aver aggredito due neonazisti, immediatamente dimessi dal pronto soccorso con una prognosi di pochi giorni, ma non c’è lo straccio di una prova, gli atti d’indagine non sono stati tradotti e gli avvocati di Ilaria non hanno ancora potuto visionare i filmati che ne proverebbero la colpevolezza.
La nostra concittadina sta trascorrendo la detenzione in condizioni disumane, tra topi e scarafaggi, rinchiusa in una cella di massima sicurezza.
Considerato che Salvini e Meloni intrattengono ottimi rapporti con il premier ungherese Orbán, sarebbe bello se il governo italiano pretendesse il rispetto dei diritti umani per una sua cittadina – che viene palesemente umiliata e maltrattata ormai da un anno in un paese straniero.
30.1.2024
Chissà per quale motivo non hanno ancora fatto nulla.
Forza Ilaria, siamo tutti con te.
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