La finalità inconfessabile

Il Governo non è caduto, ma resta appeso a un filo.

Proviamo a capire cosa è accaduto: facciamo un passo indietro.

Lunedì Matteo Renzi ha parlato all’Italia praticamente a reti unificate – era ovunque, ma nessuno ha avuto nulla da ridire, incluso Mentana, che pochi mesi fa accusava il Presidente del Consiglio di organizzare conferenze stampa nel bel mezzo del suo telegiornale (!).

In tutte le trasmissioni cui ha partecipato, Renzi ha risposto alla domanda “perché?”, facendo riferimento ai banchi con le rotelle; al MES; al governo delle forze di intelligence, alla primissima bozza del recovery.

Ha spiegato quali sono stati gli errori di Conte, ma non ha mai detto cosa intendesse ottenere uscendo dalla maggioranza di governo – per poi astenersi sulla fiducia (!).

La domanda da porre era questa: cosa volete ottenere? Quale è la vostra finalità?

A questa domanda Renzi non avrebbe potuto dare alcuna risposta.

Totale:
Arriveranno prima o poi questi benedetti fondi europei.

Ma non saranno il Presidente Conte ed il suo governo a gestirli. Perché una larga parte della nostra classe politica non tollera che sia una persona seria, equa ed imparziale – che peraltro affiderebbe il compito ad altri tecnici! – a dividere la torta (lo avevo scritto il sei giugno, su questo stesso blog).

Ieri è nato un governo di minoranza, che gode di ampia fiducia alla camera dei deputati, ma non ha i numeri per governare al Senato.

Nel bel mezzo di una pandemia le cui conseguenze sul lungo termine sono ancora tutte da decifrare. Quando avremmo avuto bisogno di una guida salda e lungimirante. Ci ritroviamo con un governo debole e claudicante, delegittimato agli occhi dell’Europa.

Congratulazioni a chi lo ha reso possibile ed a chi ne ha approfittato.

Se qualcuno avesse ancora avuto dei dubbi: questa gente pensa esclusivamente al proprio interesse personale.

Roma 20.1.2021

Mala Tempora Currunt

Meloni spera in Trump – la classifica degli auspici impossibili

Dopo l’illuminante commento dell’onorevole Meloni – “spero che le violenze cessino presto come richiesto dal Presidente Trump” – vi propongo la mia classifica degli auspici impossibili.

  1. Mi auguro che la televisione non trasmetta più programmi trash, come chiesto anche da Barbara D’Urso.
  2. Assieme a Le Iene vorrei tanto un giornalismo meno spettacolare e più deontologicamente corretto.
  3. Immagino un futuro in cui i politici non siano soprattutto influencer, come ha dichiarato ieri Salvini.
  4. Vorrei tanto che nessuno aspettasse il mio voto per confermare o ribaltare il risultato finale, come ci ha insegnato Borghese.
  5. Auspico una televisione meno arrogante, volgare e urlata, come ha chiesto anche Sgarbi.
  6. Spero in un mondo di pruriginosa castità, come ha chiesto Rocco Siffredi.
  7. Vorrei tanto che le persone passassero meno tempo sui Instagram come ha scritto Chiara Ferragni.

Podio

  1. Auspico che la gente smetta di mangiare junk food, come disse anche McDonald’s
  2. Sarebbe bello se gli anziani la smettessero di “fidanzarsi” con ragazze che hanno circa sessant’anni meno di loro, come ha affermato più volte Silvio Berlusconi.
  3. Mi auguro che i politici la smettano di rigirare continuamente la frittata, nell’illusione di avere a che fare con dei cretini, come suggerisce Giorgia Meloni.

Roma 8.1.2021

Castigo Ridendo Mores
❤️

La vera storia di SanPa – tra luci ed ombre

Mi ricordo bene la stagione dell’eroina. Di ragazzi “sbandati”, per strada, se ne vedevano davvero tanti. Scheletrici, lo sguardo perso nel vuoto, vagavano come zombie per le città. Erano alla deriva, disposti a tutto per farsi. Quando ero bambino mi facevano paura. Al tempo stesso, catechizzato dalle infinite prediche degli adulti che mi circondavano, provavo una pena immensa per loro e per le loro famiglie.

A quei tempi la comunità di San Patrignano era considerata da molti una benedizione divina e Vincenzo Muccioli, suo carismatico fondatore, era, per larghissima parte dell’opinione pubblica, un vero eroe.

Oggi la docu-serie in onda su Netflix racconta anche il lato oscuro della comunità: le catene, i pestaggi, i suicidi e l’omicidio di Roberto Maranzano. Intervistando alcuni e rilevanti ex ospiti, il documentario mette in luce gli aspetti meno noti – e certamente meno condivisibili – del “metodo terapeutico” che utilizzava Muccioli.

Ho trovato di cattivo gusto il finale, che evito qui di citare, per il modo in cui insinua e ammicca, alludendo ad un tema parecchio delicato che avrebbe meritato altri tempi e una ben più ponderata trattazione.

Per il resto, credo che SANPA sia un ottimo resoconto di uno spaccato importante della nostra storia. Perché non si schiera apertamente con i difensori né con gli accusatori di Muccioli – dando diritto di parola anche a chi, come Red Ronnie, ha sempre difeso, in tutto e per tutto, la Comunità.

Resta la certezza che San Patrignano, in quegli anni, abbia letteralmente salvato la vita a migliaia di ragazzi, strappandoli dall’inferno della tossicodipendenza, mista alla convinzione che in quel campo siano stati fatti moltissimi passi avanti e dunque oggi abbiamo la assoluta certezza che le tossicodipendenze si possano curare senza necessariamente sconfinare nell’autoritarismo cameratesco che tanti danni ha fatto nella comunità di più grande e famosa d’Italia.