Storia di Greta – bambina simbolo di Pontida

Greta ha dieci anni, è di Lomazzo (Como).

La madre, Sara, è di Brindisi; il padre, irreperibile dall’inizio della settimana, fa il netturbino in un paese del varesotto.

Non solo la bambina esibita da Salvini a Pontida non ha niente a che fare con Bibbiano, ma, invece di essere mostrata sul palco di un comizio, avrebbe dovuto essere ospitata dalla comunità Asci di Lomazzo – visto che ben due sentenze hanno confermato l’opportunità di un affido famigliare esterno per consentirle di crescere in un ambiente adeguato.

Come è finita, allora, sul palco di Pontida?

Dopo essere stata accolta dalla comunità, Greta è fuggita per tornare a vivere con la madre e il suo nuovo compagno – sono cose che capitano.

Così, la madre ha pensato bene di portarla alla manifestazione del movimento nazionale “bambinistrappati” che, guarda caso, si svolgeva mentre giuravano i nuovi sottosegretari, al grido di “Conte, parlaci di Bibbiano”, lì, la signora è stata avvicinata dal leader della protesta che l’ha invitata a Pontida – a patto di far salire sul palco anche Greta.

Salvini ha potuto quindi mostrare al popolo della lega una “bambina strappata alla famiglia e finalmente tornata a casa”, alimentando l’equivoco che si trattasse di una bambina di Bibbiano – equivoco nel quale sono “caduti” per primi i gestori dei suoi stessi profili sociali – e omettendo di dire che quella bambina, oltre a non essere mai stata venduta o abusata dai servizi sociali, era fuggitiva, in violazione di due sentenze.

L’avvocato del padre oggi fa notare come una bambina che è stata allontanata dalla madre “per gravi problemi” viva attualmente indisturbata con lei – invece che nella comunità cui era stata affidata – lamentandosi, giustamente, del fatto che quella bambina, invece di ricevere ospitalità e cure, venga “offerta ai politici per i loro comizi, in cui si cerca di demolire un sistema giudiziario e di assistenza che salva migliaia di minori da sofferenze che fanno vergognare”.

Di tutta la vicenda, resta, dunque quest’ultima importante parola.

La vergogna della strumentalizzazione più bieca.
L’amarezza per una indegna pagliacciata.
Lo sconcerto per una squallida partita politica che la lega ha giocato, come sempre, sulla pelle dei più deboli.

Roma A. D. 2019

Mala Tempora Currunt

Si conosoce solo ciò che si ama

Oggi è il primo giorno di scuola per tanti studenti. Domani, anche io inizierò il mio corso, per il quindicesimo anno. In questo momento mi piacerebbe ricordare ai colleghi – e prima di tutti a me stesso – una bella massima di Plutarco: gli studenti non sono contenitori da riempire, ma fuochi da accendere.

Mi piace molto questa frase – tanto di aver deciso di farle implicitamente eco nel titolo del mio primo romanzo -mi fa venire in mente un’altra perla, altrettanto saggia, di S. Agostino, “si conosce solo ciò che si ama”.

Questo è dunque il nostro compito: trasmettere la passione, la curiosità, l’amore per la cultura, fare in modo che quel fuoco resti vivo – o inizi a bruciare – e che accompagni la crescita dei ragazzi, la loro maturazione personale.

In-segnare significa, letteralmente, scrivere dentro il cuore e la mente di qualcuno, non è un compito facile: ci vuole perizia, precisione, attenzione… basta una frase sbagliata per mandare tutto e per sempre in frantumi.

Insomma, amici carissimi, ci attende un anno di duro lavoro, ma sappiamo bene che, per quanto possiamo lavorare sodo, con dedizione e amore, resteremo per sempre i primi allievi dei nostri studenti, i loro, più affezionati e nostalgici, debitori.

Non si affitta ai meridionali

La cronaca di queste ultime ore riporta il caso di Deborah, ragazza pugliese, cui una signora milanese si rifiuta di affittare casa – adducendo, come giustificazione, di essere “razzista” e “salviniana”.

Fermo restando che nessuno può obbligare il proprietario ad affittare casa ad un soggetto non gradito, questo rifiuto non può assumere la forma di una discriminazione e dunque di un insulto. Per essere chiari, il proprietario non può dichiarare candidamente: non affitto ai meridionali perché – come i rom e gli extracomunitari – “sono tutti uguali e io sono razzista”.

Questo genere di rifiuto, che si sostanzia in una offesa e in una discriminazione, è giuridicamente scorretto e può quindi determinare diverse e significative conseguenze.

Detto questo, ringraziamo la signora di Milano per il suo sguaiato analfarazzismo da “orgogliosa leghista della prima ora” – come dice lei – perché ci consente di ricordare a tutti quanto siano oggettivamente odiosi certi partiti politici e i loro insulsi elettori.

Roma A. D. 2019

Restiamo umani

Razzismo e follia

Martedì, al centro di Cosenza, un “signore” ha sferrato un calcio all’addome di un bambino nero, di soli tre anni, perché aveva osato avvicinarsi troppo al passeggino in cui si trovava la figlia. Diversi testimoni hanno assistito allibiti a questo episodio di violenza e barbaro razzismo, confermato anche dalle telecamere di sorveglianza dei negozi, tanto che quell’uomo – e sua moglie – sono stati entrambi denunciati per lesioni personali gravissime. Per fortuna il piccolo Rayem sta bene, anche se, racconta il padre, non dorme e piange da due giorni. Ma questo episodio di folle intolleranza, letteralmente “ai confini della realtà”, sottolinea quanto sia diventato cattivo, violento e razzista il nostro Paese, angosciato dalla necessità di trovare un nemico da combattere, un debole da perseguitare, un capro espiatorio da sacrificare. Qualcuno dirà che la politica non c’entra nulla, che si tratta semplicemente del gesto di un folle, che persino il colore della pelle è stato del tutto irrilevante. Ma la verità è che questo è il risultato che otteniamo quando le masse vengono quotidianamente e sapientemente aizzate a odiare – gli omosessuali, i neri, i rom, i buonisti, Saviano, Boldrini, Kyenge, Fazio, Boschi, Renzi, i professoroni e i pidioti….

Perché con il passare del tempo gli slogan diventano pensieri e i pensieri diventano azioni.

Roma A. D. 2019

Mala Tempora Currunt

Lavoro e dignità

Il nuovo ministro all’agricoltura, Teresa Bellanova, in vita sua, è stata bracciante, sindacalista e sottosegretaria, ma viene in queste ore pesantemente insultata, nel “migliore” dei casi per il suo aspetto fisico; nel peggiore, perché il suo unico titolo di studio è la terza media.

1. Le critiche all’aspetto fisico del Ministro dimostrano quanto sia stupido e profondamente sessista questo Paese: è uno dei casi in cui l’insulto dice tanto di chi lo pronuncia e zero di chi lo subisce.

2. Vi rivelo un segreto: per alcune persone studiare non è mai stata un’opzione. Per alcune persone, studiare era un lusso.

Lei, nella vita, ha lavorato sodo e ha ottenuto grandi risultati, passando dal sudore nei campi al governo del Paese, voi, invece, col vostro dottorato in scienza e tecnica degli snack al formaggio cosa avete imparato di bello, a parte sputare veleno dietro una tastiera?

Roma A. D. 2019

Non ti curar di loro