Come i lupi di mare

Per il prossimo anno vi auguro di essere determinati e forti, di andare fino in fondo a ogni sentiero, di muovervi verso i vostri obiettivi “in linea retta”, senza incontrare deviazioni, ostacoli o distrazioni.

Vi auguro di avere nei confronti della vostra vita lo stesso atteggiamento che i lupi di mare hanno nei confronti dell’oceano: rispetto, ma nessuna paura.

Vi auguro di trovare la forza per guardare in faccia la realtà e di non cercare mai riparo nelle confortevoli giustificazioni degli ipocriti.

Ma soprattutto, vi auguro di essere posseduti da un sogno visionario e ambizioso, un sogno nuovo di zecca, da rincorrere e difendere ogni giorno, con il cuore colmo di speranza e ardente passione.

Che voi possiate comprendere senza giudicare, crescere senza invecchiare, cambiare senza soffrire e, soprattutto, mangiare senza ingrassare.

Come disse un saggio: “La più grande rivoluzione avviene il giorno in cui iniziamo a nutrire i nostri sogni con la stessa energia che, normalmente, sprechiamo per le nostre paure”.

Buon 2020, amici miei.

Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta.

Vittime e carnefici

Sappiamo poco o niente di cosa è accaduto pochi giorni fa a Corso Francia. Sappiamo che due ragazzine di sedici anni hanno perso la vita – pace all’anima loro. Sappiamo che un terzo, di qualche anno più grande, è finito sulle prime pagine di tutti i giornali che lo hanno immediatamente definito assassino – e drogato. Qualcuno sostiene che le ragazze stessero attraversando sulle strisce, qualcuno afferma invece che abbiamo scavalcato il guard rail per attraversare lontano da esse – oltre il semaforo.

La verità è che a Roma quella notte pioveva tanto e per strada si vedeva poco. La verità è che se ti metti alla guida “alterato” – fosse anche “solo” per una canna o mezzo bicchiere di vino di troppo – accetti il rischio di incorrere in gravissime conseguenze legali, perché qualsiasi cosa accada, anche se si dovesse trattare di qualcosa di imprevedibile o inevitabile, sarai sempre l’indifendibile assassino che ha scelto di guidare con i riflessi alterati da sostanze psicotrope.

Fatto sta che dopo l’incidente, si è scatenato un putiferio. Non solo perché sono venute a mancare due povere ragazze, ma anche e soprattutto perché il conducente è figlio di un famoso regista.

Si è scatenato un putiferio perché il solito politico mezzo uomo e mezzo sciacallo è piombato sulla vicenda per tuonare contro la sinistra che vuole la droga libera – dimenticandosi che in questi giorni stiamo parlando di “cannabis light” non di droga, e soprattutto tralasciando il piccolissimo dettaglio dell’alcol, contro il quale, chissà mai per quale motivo, certi politici di destra omettono sempre di portare avanti le loro crociate per la salvezza dei giovani.

Fatto sta che due adolescenti hanno perso la vita e la società civile ha reagito tirando fuori il peggio di sé: il sensazionalismo trash cui ci hanno abituato le trasmissioni televisive che conosciamo tutti; lo sciacallaggio politico e strumentale del solito macabro influencer; il giudizio netto e definitivo delle masse – prima ancora che fossero chiari tanti e importanti dettagli.

Quando mai come in questo caso sarebbe stato opportuno tacere, aspettare, abbassare i toni, per rispetto nei confronti di tutti.

Dimostrando così vera pietà, attenzione e cura per le vittime.

Roma A. D. 2019

Mala Tempora Currunt

In memoria

Un soldato tedesco urla al prigioniero: lancialo in aria!
Il prigioniero fa finta di non aver sentito e si affretta a sistemare il bambino sul carro, assieme a tutti gli altri. Allora il soldato si avvicina, gli punta la pistola sotto al mento e ripete: “ti ho detto di lanciarlo in aria, non hai capito? Se non lo fai tu, lo farà il prossimo”.
Così il prigioniero è costretto a lanciare per aria il bambino.

In questo modo i soldati tedeschi passavano il tempo ad Auschwitz: facendo il tiro a segno sui bambini ebrei, mentre i prigionieri pregavano che li uccidessero al primo colpo, per evitare inutili sofferenze.

Questa testimonianza di Alberto Sed, come tante altre, è un pugno nello stomaco.

Ieri ci ha lasciati Piero Terracina, mentre Sed è venuto a mancare a novembre di questo stesso anno.

Inesorabilmente, stanno venendo meno gli ultimi sopravvissuti ai campi di sterminio, lasciando a noi la responsabilità, il compito e l’onore di tenere viva la memoria.

Di impedire che torni l’orrore.

Roma A.D. 2019

Ora e sempre: Resistenza

Gibran e la felicità

Inizialmente il libro era praticamente introvabile, perché tante librerie non l’avevano ordinato e, in fin dei conti, non interessava a nessuno: si trattava della opera prima di uno scrittore semi/sconosciuto, uscita peraltro poco dopo il salone del libro di Torino, in un periodo di grande flessione e di fiacca, in cui gli unici libri in grado di vendere qualcosa erano firmati dai soliti nomi noti – gente a cui basta mettere il nome su un qualsiasi pezzo di carta per aggiudicarsi, sulla fiducia, le simpatie del grande pubblico. Oppure dagli youtuber o instagrammer o twitcher con milioni di adoranti adolescenti pronti a fare qualsiasi follia… e io non ho un account su tik tok… totale: le copie del mio primo romanzo stavano languidamente marcendo nei magazzini della Sperling. Nessun biasimo, nessuna recriminazione, il mercato ha le sue regole, le sue logiche. Fatto sta che la casa editrice era sull’orlo di una crisi di nervi, mentre io mi sentivo triste e inutile come una carbonara con pancetta e parmigiano al posto di guanciale e pecorino – l’ipotesi di una cosa sensata, la bozza malriuscita della felicità. Poi, piano piano, qualcuno tra voi ha deciso di crederci, avete scelto di darmi fiducia, avete letto, apprezzato, consigliato o regalato il libro. Oggi, Fuoco è di nuovo introvabile perché la prima e cospicua edizione è andata esaurita e la casa editrice sta preparando una ristampa. Quando ho ricevuto la notizia, mentre passeggiavo sotto uno splendido e rarissimo sole teramano, ho pensato che aveva proprio ragione Gibran: le soddisfazioni più grandi vengono dalle cose per cui abbiamo sofferto maggiormente. È stata veramente una grande emozione, di quelle che scaldano profondamente il cuore.

Ancora una volta: grazie.

Senza di voi nulla di questo sarebbe stato possibile.

❤️

Teramo A. D. 2019

Omnia Vincit Amor