Una goccia alla volta

(Torino) – Stefano Massini è stato aggredito, al Salone del Libro, da uno sconosciuto che lo rimproverava per aver messo in cattiva luce Adolf Hitler.

(Rileggi)

Cade un’altra goccia nel lago della nostra quotidiana indolenza.
Cosa vuoi che sia? So’ ragazzi…

Uno scrittore viene aggredito da un nazista. In Italia. Nel 2024. È normale? Quattro cretini vanno al cinema travestiti da nazisti, in Italia. Nel 2024. È normale? Un generale dell’esercito, candidato alle elezioni europee, pubblica libri razzisti e propone classi differenziate per gli studenti diversamente abili; mille imbecilli onorano i “camerati” deceduti cinquanta anni fa mettendo in scena una cerimonia paramilitare; la RAI caccia tutti i conduttori sgraditi al governo e censura un monologo sull’antifascismo.

In Italia. Nel 2024.
È normale?

Cosa vuoi che sia… so’ ragazzi…

Così muore una democrazia.
Lentamente, una goccia alla volta. E quando ci decideremo ad aprire gli occhi sarà troppo tardi per rimediare.

14.5.2024

Mala Tempora Currunt

Cara Luana

Era ora di pranzo quando due carabinieri suonarono alla porta di casa. Tua madre Emma chiese subito se si trattava di te. E quando uno di loro, con il volto afflitto, le disse che avevi avuto un brutto incidente, lei si rifiutò di aprire la porta, non volle crederci.

“Luana è sul lavoro” – pensò – “non può esserle accaduto nulla”.

Poi furono urla e disperazione.
Che ancora il quartiere ricorda.

Sei stata inghiottita e stritolata da un macchinario della fabbrica nella quale lavoravi: un orditoio che qualcuno aveva manomesso, affinché producesse alla massima velocità, senza le adeguate protezioni.

Avevi ventidue anni ed un bambino di cinque.

Per questo motivo tua madre ha chiesto allo Stato italiano di introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Perché quando qualcuno abbassa consapevolmente i livelli di sicurezza, non si tratta di una tragica fatalità, di un incidente, di un caso, ma della scommessa infame sulla vita di un lavoratore.

Come era prevedibile, il nostro Ministro della Giustizia ha già dichiarato di essere contrario.

Sei venuta a mancare il 3 maggio del 2021. Da allora, in Italia non è cambiato nulla: tre lavoratori continuano a morire ogni giorno sul posto di lavoro. Più di mille morti ogni anno, da più di 30 anni.

Perché la sicurezza è un ritardo, un impiccio, un costo, che il sistema Italia non è disposto a pagare.

4.5.2024

Povera vita mia
❤️

Storia di una piccola renna

Baby Reindeer (piccola renna) è titolo della (mini)serie televisiva che sta ottenendo grande successo in questi giorni su Netflix. Si tratta di una storia autobiografica di abuso e stalking, scritta ed interpretata con maestria da Richard Gadd.

L’ho vista in questi giorni e ne consiglio vivamente la visione a tutti.

Perché Baby Reindeer affronta l’argomento dello stalking – un tema parecchio delicato – con grande sensibilità e altrettanta originalità. Mettendo in scena, con impareggiabile dettaglio, i meccanismi psichici che legano la vittima di abusi al suo carnefice.

Lo fa con una precisione sconcertante. A tratti crudele. Senza concedere nulla alla nota valanga di luoghi comuni che affollano i film ed i libri sul tema. Conservando la giusta empatia e la dovuta carità per la vittima.

Baby Reindeer squarcia il velo dell’ ipocrisia, costringendo tutti ad una profonda riflessione sulle cause e sulle conseguenze della violenza – fisica e psicologica.

Il messaggio che veicola è un pugno nello stomaco. Ma anche un invito a tutte le persone che sono (state) vittime di violenza. Non isolatevi, non vergognatevi, non colpevolizzatevi.

Sono molteplici ed imprevedibili, le conseguenze perverse degli abusi.

Abbiate cura di voi.
Abbiate il coraggio di cercare aiuto.

29.4.2024

Nessuno si salva da solo

Sleepers

(Milano) – “Tante cose accadevano di notte. Una volta sono entrati in quattro in una cella vicina. Hanno ammanettato e picchiato un ragazzo. L’hanno spaccato di calci e di pugni. Noi ci siamo rannicchiati tutti nel l’angolo del nostro letto, in silenzio, era il suo turno”.

Questa è la testimonianza di un ragazzo che è stato detenuto presso il carcere minorile Beccaria di Milano. È agghiacciante. Come sono agghiaccianti le immagini che il nuovo Direttore dell’Istituto ha consegnato agli inquirenti, denunciando molteplici episodi di abusi e violenza.

Così, tredici agenti della Polizia Penitenziaria sono stati arrestati per tortura, maltrattamenti, lesioni e falso. Altri otto sono stati sospesi. Mentre gli investigatori stanno cercando di capire il ruolo e le responsabilità della ex Direttrice.

Oggi l’incubo per questi ragazzi è finito. Ringraziamo di vero cuore il nuovo Direttore dell’Istituto Beccaria per aver mantenuto la schiena dritta ed aver fatto la cosa giusta.

Nulla, in nessun modo, può giustificare la violenza – anche sessuale – e la tortura nei confronti dei detenuti – peraltro minorenni.

Teniamo alta la soglia di guardia. Facciamo luce sulle condizioni in cui versano le carceri italiane.
Perché i diritti degli ultimi sono i diritti di tutti.

24.4.2024

Restiamo umani

PS: La foto è tratta dal film Sleepers, un capolavoro tratto dal romanzo autobiografico di Lorenzo Carcaterra. Un pugno nello stomaco che denuncia le violenze subite da un gruppo di adolescenti in carcere. Da vedere e rivedere, per riflettere e provare a capire.

Chi salva una vita

(Napoli) – L’uomo che vedete nella foto si chiama Raffaele Coppola, ha 35 anni, sposato e padre di una bambina, lavora come addetto alle pulizie in un condominio del quartiere Chiaia.

Pochi giorni fa, mentre stava lavorando, è stato allarmato dalle grida di aiuto dei passanti. Appena è uscito dal palazzo, ha trovato un uomo di 62 anni privo di conoscenza e cianotico, riverso sul motorino con il quale aveva appena effettuato una consegna.

Raffaele si è fatto passare il telefonino con il quale una donna stava chiamando il 118 e, in costante contatto con i medici, ha messo in atto le manovre rianimatorie che aveva appreso anni fa, lavorando nella vigilanza non armata.

Il cuore del rider ha così ripreso a battere. È sopraggiunta l’ambulanza ed ha trasportato l’uomo in ospedale.
Più tardi, Raffaele ha ricevuto la visita della moglie e della figlia del sessantaduenne, che lo hanno rassicurato sulle condizioni dell’uomo, ringraziandolo per la prontezza di spirito, il coraggio e la competenza.

Si conclude così questa bella storia di grande solidarietà.

Per una benedetta volta, qualcuno non ha voltato la testa dall’altra parte. E dopo essere accorso sul luogo, non si è limitato a fare un video col telefonino.

Grazie di vero cuore, Raffaele, per questa immensa lezione di umanità.

20.4.2024

Chi salva una vita salva il mondo
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