Escher su Instagram

La parola tedesca Gestalt può essere tradotta in italiano con “buona forma” o “buona organizzazione”. È il nome di una corrente di ricerca psicologica, inaugurata agli inizi del XX secolo da Max Wertheimer, che studia in prima battuta le regole della percezione.

Le ricerche gestaltiche erano certamente note all’artista olandese Maurits Cornelis Escher, i cui capolavori, attualmente in mostra a Roma, prendono chiaramente spunto dalle teorie e dalle leggi della “buona forma”.

Pochi giorni fa sono stato ad ammirare queste opere e devo dire che la mostra mi è piaciuta, ma ho trovato davvero stucchevoli le tante (troppe) installazioni in stile luna park, congegnate per venire incontro alla smania di partecipazione del pubblico contemporaneo (mi riferisco alle stanze ed ai punti del percorso in cui i visitatori vengono esplicitamente invitati a farsi un selfie e che immancabilmente creano una lenta fila tra la folla).

Quando vado ad una mostra non cerco un’esperienza instagrammabile, voglio godermi le opere d’arte.

Perdonatemi, vengo dal ‘900.

Detto questo, vi consiglio caldamente di trovare due ore libere e andare a tributare il giusto omaggio alla indiscussa genialità di Escher, Maestro della tassellatura, artista del divenire e dell’illusione.

Vi attende un universo favoloso, colmo di grande perizia, infiniti simboli e altrettanta magia.

Il mito di Sly

I genitori di Sylvester Stallone vivevano a Hell’s Kitchen, uno dei quartieri più malfamati e poveri di Manhattan. Suo padre provava a fare il barbiere e sua madre vendeva le sigarette in un teatro.

Era soprattutto lei a portare i soldi in casa. Per questo motivo, continuò a lavorare anche quando era prossima al parto, si ruppero le acque mentre era su un bus e Sylvester nacque con la parte sinistra del viso paralizzato – ragione del suo celebre ghigno.

Alcuni anni dopo i genitori si separarono, e Sylvester, ancora bambino, andò a vivere con il padre, un uomo duro e di poche parole, veterano della seconda guerra mondiale, che spesso e volentieri lo picchiava, con il pretesto di dovergli insegnare a stare al mondo.

Per questo motivo Sly è cresciuto con un grande vuoto dentro ed un forte desiderio di rivalsa nei confronti del padre, amato ed al tempo stesso odiato.

Di queste vicende parla lo stesso attore, nel documentario biografico in onda in questi giorni su Netflix.

Stallone ripercorre le tappe della sua incredibile carriera – senza dimenticare di omaggiare la memoria del figlio, Sage, morto di infarto a soli 36 anni.

Si tratta di un documentario molto bello, che vi consiglio di vedere, giusto tributo alla carriera di un uomo che ha fatto la storia del cinema, scrivendo, interpretando e dirigendo, un personaggio immortale, il cui valore va ben oltre i muscoli e le scene di azione.

Pochi giorni fa ho visto un video in cui Stallone, assieme alla sua famiglia incontra il Papa. Sly ringrazia il Pontefice dicendo che è onorato. Papa Francesco risponde: “Siamo tutti cresciuti con i tuoi film”.

Così è.

13.11.2023

Grazie di vero cuore Sly.
Ci hai regalato una favola indimenticabile.
❤️

Due novembre

Il due novembre ricordiamo tutti quelli che, almeno una volta nella vita, hanno perso la fede o la speranza, hanno commesso gravi errori, hanno fatto promesse troppo grandi per essere mantenute.

È la festa di chi è andato via senza avere il tempo di pentirsi, di chiedere scusa e chiarire.

Oggi ricordiamo chi, almeno una volta, nella vita, ha giocato d’azzardo, si è trascinato nel fango, ha mentito a se stesso o agli altri.

Ricordiamo quelli che hanno fatto la scelta sbagliata – una sola volta, raramente o spesso -, vittime della propria tristezza, della propria rabbia, della propria paura.

È la festa di quelli che non ci sono più, ma non hanno chiesealtari, perché non sono stati perfetti modelli di impeccabile virtù.

Li abbiamo avuti accanto, li abbiamo amati e siamo stati ricambiati. Con tutti i loro ed i nostri limiti.

Indecisi, storti, incompiuti.
Umani.

2.11.2023

Di noi resterà solo l’amore che abbiamo donato