(Milano) – 11 del mattino, una ragazza di ventun anni sta viaggiando sul treno, verso Bergamo. Mentre passa di vagone in vagone, per chiedere informazioni sul tragitto, ritrova un uomo di circa quarant’anni che aveva già incontrato in stazione e che le aveva consigliato di prendere proprio quel treno.
Lo sconosciuto la tira verso di sé, la fa stendere e la immobilizza, stringendola tra il finestrino e i sedili. La violenta per dieci minuti.
Nel vagone c’è un’altra persona che, invece di intervenire, scappa non appena intuisce ciò che sta accadendo. La ragazza, in preda al panico, sviene per lo choc.
Quando si riprende, urla con tutto il fiato che ha in gola, colpisce il suo aggressore e riesce a fuggire.
Raggiunge il controllore. Poi, insieme, corrono verso il capotreno. Le porte vengono immediatamente chiuse, ma l’aggressore è già riuscito a dileguarsi tra le fermate di Porta Vittoria e Forlanini.
Questa drammatica storia di cronaca nera fa tremare i polsi, riempiendo il cuore di sdegno e di rabbia.
Non si può vivere in un mondo così, in cui una donna può essere violentata su un treno, in pieno giorno, mentre chi potrebbe aiutarla, si dilegua, pensando che, in fondo, non sono fatti suoi.
Speriamo che l’aggressore venga presto acciuffato e che paghi fino all’ultimo giorno di carcere, secondo giustizia, per le sue azioni.
Speriamo che venga individuato anche l’inqualificabile codardo che è stato, a suo modo, complice.
7.4.2023
Una carezza per la vittima. Se la conoscete, statele vicino, abbiatene cura.