Uno spazio alla volta

Ieri sono tornato in Facoltà per svolgere esami “in presenza” – dopo mille anni e un secolo di dad.

Finalmente ho potuto dialogare con i miei studenti, senza dover fare i conti con problemi di connessione, microfoni bislacchi e tentativi di sabotaggio.

L’esame è tornato ad essere un colloquio pubblico ma riservato, abbiamo recuperato il nostro piccolo spazio di intimità in cui occhi che diventano umidi, volti che arrossiscono, errori o gaffe di ogni genere restano un segreto tra esaminatore e esaminando.

Abbiamo recuperato il nostro piccolo spazio di intimità in cui nessuno può registrare la prova di un altro studente e diffonderne il video in 4k su tutti i social – rendendolo oggetto di imperituri sberleffi, sagaci parodie e mitici meme.

Insomma, siamo finalmente tornati a casa.

Se continuiamo così, con prudenza, nel rispetto della comunità e dei più fragili, davvero andrà tutto bene. Non torneremo più soli come le penne lisce sugli scaffali dei supermercati (vi sblocco un ricordo). Non ci saranno altri concerti da balcone. Non avremo più bisogno di infermieri martiri.

Difendiamo le preziose conquiste di questi giorni e, per il bene di tutti, andiamo avanti con vaccini e green pass.

7.9.2021

L’Istruzione riprende “in presenza”.

Riprendiamoci la nostra vita, uno spazio alla volta.

Autore: Guido Saraceni

Professore di Filosofia del Diritto e di Informatica Giuridica, Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Teramo - In viaggio.

1 commento su “Uno spazio alla volta”

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