Lui si chiama Hilarry Sedu e svolge la professione di avvocato nel foro di Napoli. Ieri, prima che iniziasse l’udienza, una giudice onorario gli ha chiesto di esibire come da prassi il tesserino da avvocato. Dopo di che, ha domandato davanti a tutti: “ma sei avvocato avvocato?”.
Avendo ricevuto una risposta affermativa ha insistito: “ma sei laureato?”.
Sedu, sbigottito e umiliato, ha dovuto rispondere positivamente anche a questa domanda. A quel punto la giudice ha pensato bene di abbandonare l’aula per andare a chiedere lumi ad un magistrato togato.
Questo accade in Italia, nel 2021: in un tribunale la giudice onorario si stupisce nel vedere un avvocato nero e lo umilia pubblicamente, sottoponendolo a domande ed indagini francamente imbarazzanti, insinuando che sia un impostore.
Mala Tempora Currunt.
Esprimo la massima solidarietà all’avvocato Sedu e mi scuso a nome di tutti i giuristi italiani.
Il razzismo è una brutta malattia, fa male sapere che possa infettare anche le persone che hanno il delicatissimo compito di giudicare i cittadini.
Roma 4.2.2021
Il colore è solo luce

Schifo assoluto
ovviamente, sperare che il giudice razzista sia quanto meno sanzionato, è fantascienza
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Scandaloso! Siamo oltre all’indecenza e la vergogna
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alla domanda “sei avvocato avvocato? ”
ridendo, il gran bel avvocato, avrebbe dovuto rispondere:
certo che sono avvocato avvocato! solo a tempo perso lavoro nei campi di cotone!
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Purtroppo è l’ ennesima dimostrazione dell’ inadeguatezza di alcuni (purtroppo non pochi) giudici, sia uomini che donne. Se in Italia la giustizia funziona così male (tempi biblici, indegni di un paese civile, norme e sentenze spesso sbagliate che favoriscono criminali, truffatori e delinquenti assortiti) a dispetto di quanto banalmente affermato da Bonafede all’ inaugurazione dell’ anno giudiziario, non dipende solo da croniche carenze strutturali e di organico, forse ancora più gravi nella sanità, che comunque sta fronteggiando eroicamente una gravissima pandemia che sembra non finire mai; ciò è imputabile anche e soprattutto ad un sistema giudiziario completamente da riformare, che prevede privilegi, carriere automatiche e retribuzioni spropositate rispetto ai risultati offerti ai cittadini, ma non da ultimo ad un meccanismo perverso di assoluta impunità che consente a questi indegni operatori della giustizia di combinarne di tutti i colori senza subire la minima sanzione. Come diceva Verga, la giustizia si compra e si vende, ma in Italia il prezzo è molto basso, forse troppo.
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