La Festa della Speranza

La morte non è semplicemente il contrario della vita – come il nero per il bianco, la notte per il giorno, il silenzio per il suono. Spesso la morte si accompagna alla vita, la segue come un’ombra, resta silenziosa al nostro fianco per saltare fuori all’improvviso e farsi beffa della nostra ingenuità.

Ce ne rendiamo conto grazie ai tradimenti delle persone care, alle dipendenze, alle trappole che conosciamo benissimo ma in cui continuano a cadere immancabilmente e da sempre. La incontriamo nelle ferite che non abbiamo saputo curare.

Per questo motivo amo la Pasqua, perché “pasqua” significa “passaggio“; “salto“; “cambiamento“.

La Pasqua è la festa della resurrezione, in cui celebriamo la nostra capacità di spezzare antiche catene ed evadere dalle gabbie che ci rendono schiavi. La giornata in cui ricordiamo a noi stessi che la speranza è più forte della paura.

In cui comprendiamo che anche la notte più buia avrà come epilogo una spettacolare e fiammeggiante alba.

9.4.2023

Tanti auguri, amici carissimi, che possiate festeggiare oggi la vostra rinascita.

Non importa da quali rigidi inverni proveniamo.
Ci attende una splendida primavera.
❤️

Demoni

(Milano) – 11 del mattino, una ragazza di ventun anni sta viaggiando sul treno, verso Bergamo. Mentre passa di vagone in vagone, per chiedere informazioni sul tragitto, ritrova un uomo di circa quarant’anni che aveva già incontrato in stazione e che le aveva consigliato di prendere proprio quel treno.

Lo sconosciuto la tira verso di sé, la fa stendere e la immobilizza, stringendola tra il finestrino e i sedili. La violenta per dieci minuti.

Nel vagone c’è un’altra persona che, invece di intervenire, scappa non appena intuisce ciò che sta accadendo. La ragazza, in preda al panico, sviene per lo choc.

Quando si riprende, urla con tutto il fiato che ha in gola, colpisce il suo aggressore e riesce a fuggire.

Raggiunge il controllore. Poi, insieme, corrono verso il capotreno. Le porte vengono immediatamente chiuse, ma l’aggressore è già riuscito a dileguarsi tra le fermate di Porta Vittoria e Forlanini.

Questa drammatica storia di cronaca nera fa tremare i polsi, riempiendo il cuore di sdegno e di rabbia.

Non si può vivere in un mondo così, in cui una donna può essere violentata su un treno, in pieno giorno, mentre chi potrebbe aiutarla, si dilegua, pensando che, in fondo, non sono fatti suoi.

Speriamo che l’aggressore venga presto acciuffato e che paghi fino all’ultimo giorno di carcere, secondo giustizia, per le sue azioni.

Speriamo che venga individuato anche l’inqualificabile codardo che è stato, a suo modo, complice.

7.4.2023

Una carezza per la vittima. Se la conoscete, statele vicino, abbiatene cura.

L’amore donato

Sofia Sacchitelli aveva solo 21 quando le è stato diagnosticato un raro tumore al cuore. Studentessa di Medicina a Genova, sapeva che non le sarebbe rimasto molto tempo da vivere. È caduta quindi in una profonda depressione (come, immagino, potrebbe accadere a chiunque ricevesse una notizia del genere).

Poi, la scintilla, il colpo d’ala.

Sofia, nel tempo che ancora le restava, ha deciso di fare qualcosa di utile per tutte le “altre persone che hanno ricevuto una sentenza di morte” – diceva.

Ha fondato quindi la onlus “Sofia nel cuore”, con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca, ed è divenuta un punto di riferimento nella battaglia contro le malattie rare. Tanto che la sua Università l’ha insignita di una medaglia al merito, per il grande attaccamento dimostrato ai valori medici e scientifici.

Sofia è scomparsa pochi giorni fa.
Lasciandoci il suo impareggiabile esempio di coraggio e di amore per la vita.

Abbiamone cura, aiutiamo la ricerca.

23.3.2023

Di noi resterà solo l’amore che abbiamo donato.
❤️

Comunicare e Comprendersi

Nella stragrande maggior parte dei casi, i problemi di coppia sono problemi di comunicazione. Due persone iniziano a discutere e, con il passare del tempo, cadono nel gorgo delle reciproche incomprensioni. Alla fine si convincono di non amarsi più.

Tuttavia, non è sempre l’amore a mancare, più spesso, manca la capacità di comprendere e di farsi comprendere.

Mi occuperò di questi argomenti nel seminario on line di lunedì 13 marzo, adottando uno stile semplice e accessibile a tutti, illustrerò i diversi stili di comunicazione e le trappole che più di frequente fanno naufragare un rapporto.

Dopo aver acquistato il tuo ticket, inviami una e.mail a info@guidosaraceni.com per avere il link dell’aula virtuale.

I posti sono limitati.

Trovi tutte le informazioni qui https://fb.me/e/161djYN7V

Cosa aspetti? Unisciti alla classe!

Per Alice

(Agrigento) – Alice aveva solo diciassette anni, quando decise di togliersi la vita, gettandosi nel vuoto dalla Rupe Atenea.

I genitori e la sorella hanno sospettato per anni che dietro quel gesto estremo ci fossero uno o più responsabili. Al termine di una delicatissima inchiesta, gli inquirenti hanno confermato i loro dubbi.

Alice, quando aveva 15 anni, era stata stuprata da quattro ragazzi, uno dei quali era il suo fidanzato. L’avevano anche filmata mentre implorava loro di smettere.

“Non voglio”; “mi sento male”; “ti prego, mi uccido”. Queste sono le drammatiche frasi che non hanno lasciato dubbi agli inquirenti.

Ora la Procura contesta al branco la violenza sessuale di gruppo e la produzione di materiale pedopornografico.

“Ho un segreto che mi sta divorando” – scriveva Alice sui social – “ho provato a convincerci e in alcuni momenti me ne fregavo, ma dimenticarlo mai”.

“Io non sono una persona debole, voglio cadere sempre in piedi e voglio averla sempre vinta. Ma questa volta non posso lottare perché non potrò averla vinta mai. Come non posso continuare a vivere così”.

Queste sono le sue parole: prendono alla gola, chiudono lo stomaco. Rendono perfettamente l’idea dell’inferno in cui l’hanno sprofondata.

Credo che siano possibili solo due commenti per una vicenda come questa. 1) Spero
che quei quattro criminali paghino secondo giustizia fino all’ultimo giorno di carcere per ciò che hanno fatto. Spero che in carcere trovino tempo e modo per pentirsene amaramente.

2) Se hai vissuto una storia come quella di Alice non tenerti tutto dentro: chiama un centro anti violenza, raccontalo ai tuoi genitori, parlane con la tua migliore amica. Non c’è nulla di cui tu debba vergognarti; non hai colpe; non sei sola.

Parlane con chi ti ama, saprà bene come aiutarti.

19.2.2023

Un pensiero pieno di amore per Alice,
per tutte le vittime silenziose.

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