Quando avevo dodici anni ero molto affezionato al mio amico Andrea, che aveva circa tre anni più di me. Andrea era intelligente, curioso, dotato di un peculiare acume e di una ottima educazione. Solo che il nostro background familiare era parecchio diverso – soprattutto dal punto di vista politico.
Quindi capitava spesso che avessimo delle discussioni che seguivano sempre lo stesso schema: io facevo un’affermazione di principio chiaramente estrema e tropo forte – del tipo “chi non suona rock non è un vero musicista”.
Poi mi appassionavo a difendere questa tesi con quella spregiudicatezza tipica degli adolescenti. Lui invece iniziava a formulare, molto pacatamente, ragionevolissime obiezioni che io ero, per onestà intellettuale, costretto ad accettare lentamente, una ad una, fino a ridimensionare quasi del tutto il mio sconsiderato assunto iniziale.
Mi vengono sempre in mente questi discorsi quando osservo ciò che hanno detto e fatto alcuni noti uomini politici e di spettacolo negli ultimi due anni.
- Il virus non esiste, è una banale influenza 2. Il virus esiste, ma non è grave 3. Il virus è grave, ma non si muore 4. Si muore, ma mai se sei giovane e in piena salute 5. Muoiono anche i giovani e in piena salute, ma è raro che accada…
Così, saltando da un “ma” all’altro, sono passati da no-covid a no-vax a no-mask a no-green pass.
Sono passati da “è tutto un complotto della NASA” a “io il vaccino l’ho fatto, ma sollevo qualche dubbio sulla legittimità costituzionale del secondo articolo del terzo dpcm di Conte, quarto comma, lettera f”.
Li osservo. Sorrido amaramente e scuoto la testa, ripensando alla infinita pazienza di Andrea.
Abbiamo a che fare con una piccola percentuale di fratellini minori che fanno ancora tanta fatica ad accettare la realtà delle cose.
È inutile aggredirli, insultarli o minacciarli.
Piano piano, un “ma” alla volta, si vaccineranno anche loro.
6.11.2021
Mala Tempora Currunt
– grazie per quelle discussioni, Andrea.
PS: chi non suona rock non è un vero musicista.
