(Roma) – Accade che il Capitano della Marina Militare Walter Biot, che da circa trentacinque gestisce flussi di informazioni relative alla protezione degli assetti italiani della difesa nei teatri operativi esteri, venga colto con le mani nel sacco dai Ros.
Prima viene filmato mentre, nel suo ufficio allo Stato Maggiore, fotografa 181 documenti classificati come “riservatissimi” se non addirittura “Nato secret”.
Poi viene fermato in macchina assieme al diplomatico russo Ostroukhov. Biot ha una valigetta con 5.000 euro in contanti. Il diplomatico russo ha in tasca la schedina di memoria con le foto scattate da Biot.
È difficile immaginare cosa possa esserci di peggiore. Voglio dire, quest’uomo ha tradito lo Stato, ha infangato la divisa, ha messo a repentaglio la sicurezza di tutti.
Eppure Biot e la sua famiglia riescono a fare peggio di così. Perché lui, la moglie e un figlio stanno dichiarando ai quattro venti che non si è trattato di “vero tradimento”. Il povero Biot avrebbe agito infatti “solo per i soldi”, per pagare la palestra – specifica la moglie – e il mutuo. Per mantenere quattro cani e quattro figli.
Insomma, nessuno tocchi il buon padre di famiglia.
Siamo improvvisamente caduti in una puntata di Breaking Bad, solo che il protagonista della serie (un altro Walter), alla fine ammette che quella della famiglia era solo una patetica scusa.
Capitano Biot, lei avrebbe dovuto pensare allo Stato, alla sicurezza di tutti, alle famiglie degli altri, in particolare, alle famiglie dei nostri militari all’estero.
Invece di preoccuparsi di pagare la palestra.
Non so chi sia stato a consigliarle questa strategia del “tengo famiglia”, ma in certi casi sarebbe molto meglio chiedere semplicemente perdono, e rimettersi alla clemenza della corte.
2.4.2021
Capitani infedeli.

Pazzesco.
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