Nella mensa di una scuola di Verona fanno accomodare una bambina a tavola con i suoi compagni, ma siccome i genitori non pagano la mensa, le servono un pacchetto di cracker e una scatoletta di tonno. Sentendosi umiliata, la bambina scoppia in lacrime davanti a tutti.
Questa è la società in cui viviamo.
A tutti quelli che dicono “eh ma i soldi in qualche modo li devono trovare” faccio presente solo due cose.
1. Nel Paese dei condoni fiscali, dell’evasione strutturale e del fatturato sommerso, siamo bravissimi a fare gli integerrimi tutori della legalità solo quando si tratta di prendersela con i più deboli.
2. Il principio “non paghi non mangi” vi appare inattaccabile? Benissimo. Allora da domani i figli degli evasori resteranno fuori dalle scuole, dagli ospedali o dai parchi pubblici, e saranno obbligati a circolare con un cartello appeso al collo con su scritto “i miei genitori rubano allo Stato italiano”.
Così magari capite che in un Paese civile non ci si vendica sulla pelle dei ragazzini.
Cialtroni.
premesso che sono d’accordissimo sul piano morale, credo si debbano trovare soluzioni definitive a certi “fenomeni” che ormai si ripetono pedissequamente. I bambini hanno il diritto di mangiare anche se i genitori non pagano la mensa, i vecchietti disperati di andare al supermercato e non pagare, i meno abbienti di viaggiare senza pagare il biglietto, ecc. ecc. Chi di dovere intervenga e paghi al posto loro, altrimenti si crea una discriminante. Le aziende private che hanno in appalto certi servizi devono incassare, anche per pagare stipendi e fornitori. Una volta esisteva il patronato scolastico che provvedeva al necessario dei bambini bisognosi, ovviamente, come tutte le cose buone, qualcuno ha pensato di eliminarlo, già decenni addietro.
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