La scorsa settimana sono stato a cena con i miei ex compagni di liceo – più esattamente, con i compagni di un liceo che ho frequentato per due anni. A parte l’essere costretto a constatare che loro sono rimasti esattamente come li avevo lasciati – mentre io, paragonato alle foto di “qualche anno fa”, sembro lo zio di mio zio – devo dire che mi ha fatto davvero piacere rivederli. Abbiamo avuto modo di raccontarci la verità sulla nostra vita, con la schietta e brutale sincerità di chi, avendo una certa età, ha fatto finalmente pace con i propri fantasmi ed è quindi in grado di mettersi a nudo con gli altri, evitando ogni ipocrisia.
Di seguito, vi riporto alcuni stralci di conversazione.
-Non ti ho mai chiesto come ti sei trovato con l’altra classe…
-Mha… non bene come con voi… è che l’altra classe era molto divisa…
(Effettivamente, era divisa: da una parte c’ero io, dall’altra c’erano tutti gli altri).
-Ho letto che lavori fuori, hai anche una casa a Roma?
-Si, un piccolo appartamento al centro…
(Al centro del nulla… al bar incontro spesso Samanta Cristoforetti che si scatta un selfie mentre prende il caffè).
Ma il clou della serata è arrivato quando la persona alla mia sinistra si è girata verso di me e -con la faccia di qualcuno che sta provando a ricordare cosa ha mangiato il giorno della sua prima comunione- ha detto:
-“Tu eri antipatico, vero?”
-“Come, scusa?”
-“Sì, mi ricordo che eri tipo… s a c c e n t e… sapevi tutto tu…”
Da questa esperienza ho tratto due importanti conclusioni. La prima è che evidentemente ho scelto bene il lavoro. La seconda che è se vuoi proprio dire la verità in faccia a qualcuno, dovresti almeno provare ad usare il software giusto.
Vi segnalo tre opzioni.
1) (A)social Network. Secret è un’app. per smartphone che punta tutto sulla geo-localizzazione e sull’anonimato. E’ gratis, è facile da utilizzare e non c’è pubblicità. Gli utenti non hanno un profilo – come su Facebook- e non possono seguire altri utenti – come su Twitter-, ciò che possono fare, però, è scrivere quello che pensano in totale e completa libertà. I messaggi diffusi in tal modo potranno essere premiati dagli altri utenti con un cuoricino –una sorta di like – o commentati. Inoltre, il sistema consente di chattare –sempre in maniera anonima- con l’autore di un messaggio. Se vi state chiedendo a cosa serva un social network con questa struttura, tenete presente che molte persone si sono fatte la stessa domanda quando hanno sentito parlare per la prima volta di Facebook. Molte se lo stanno ancora chiedendo, ma questo è un altro discorso.
2) Caro amico, ti scrivo. Dead Fake è un sito che serve ad inviare mail anonime ed attribuire scherzosamente la paternità ad un’altra persona. Il servizio è gratis, non è necessario iscriversi né lasciare il proprio indirizzo di posta elettronica. Tutto quello che dovete fare è andare sul sito e cliccare su “send fake email”. Per evitare che abusiate della buona fede altrui, nel messaggio che invierete sarà comunque incluso un piccolo avvertimento per il destinatario. Vi sconsiglio vivamente di utilizzare Dead Fake per dare noia a qualcuno, ricordate sempre che tutto quello che fate su internet può essere tracciato e registrato. A buon intenditor…
3) Firmato: “Il tuo Cyrano”. Confide è un app. per smartphone che impedisce agli utenti di salvare i messaggi che inviano e ricevono. I contenuti scambiati su questo network si autodistruggono, cancellandosi, per sempre, una volta letti – esattamente come i messaggi di 007. A prima vista, tutto ciò che riceverete sarà illeggibile, per scoprirne il contenuto, dovrete passare il dito sullo schermo, ma potrete vederne solo una piccola porzione alla volta. Vi assicuro che è facilissimo da usare, è gratis, non c’è pubblicità e soprattutto funziona -tanto da essere molto utilizzato per la compravendita di segreti industriali. Certo, se dovessi trovare questa applicazione sul cellulare di mia moglie mi preoccuperei parecchio. Soprattutto perché non sono sposato.
Caro Guido, a quanto pare apparteniamo allo stesso club. Anch’io al liceo ho vissuto un uno contro tutti, ma invece dei professori (come sarebbe più logico) questi tutti contro erano i compagni (non tutti, per onestà, ma il fatto che io non abbia conservato rapporti dopo la scuola con loro, se non qualche sporadica eccezione, la dice lunga). Io pagavo il prezzo di essere la prima della classe pur venendo dal paesino (ho fatto il liceo ad Avezzano, e quelli di Avezzano ritengono di essere più intelligenti, e sicuramente più firmati, di tutti coloro che provengono dagli altri paesi della Marsica!), di essere brava senza raccomandazioni e pur essendo (parola di una professoressa del Liceo Scientifico locale, madre al contempo di una mia compagna) “figlia di nessuno”, in quanto i miei genitori erano, rispettivamente, impiegato alle poste e maestra elementare, e non “professionisti” avezzanesi che potevano permettersi di conoscere e raccomandare i figli (oltre al fatto che non avrebbero mai voluto farlo). Comunque, detto ciò, e visto che ancora questo passato ritorna a galla (è un fantasma non ancora acquietato?), forse potrei usare Il Dead Fake per scrivere loro, a nome del professore di Filosofia. Così, tanto per ridere di un incubo che ritorna. :)
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