Ieri, dopo una ventina di anni come esaminatore, mi sono seduto nuovamente dalla parte dello studente per sostenere il primo esame di un corso di laurea che avevo sempre desiderato frequentare, ma al quale non mi ero mai iscritto per una lunga serie di errori, equivoci e, soprattutto, scuse.
Esame da dodici crediti, programma letteralmente infinito.
Negli ultimi tre mesi ho studiato in macchina – ascoltando le lezioni nei lunghi e frequenti viaggi sulla A24 -, sul treno, in metropolitana… Fedele all’antico insegnamento socratico, ho coniugato cultura e movimento. L’ho fatto perché normalmente non ho altro tempo “libero” e quel tempo sarebbe stato altrimenti “perso”. Ho studiato la notte, in pausa pranzo, e, ovviamente, la domenica.
Quando finalmente mi sono seduto su quella sedia e ho risposto alla prima domanda mi tremava la voce. Non per paura, ma perché io avevo voglia di parlare. Volevo discutere di una materia che amo da sempre ma che non avevo mai potuto studiare prima. Come un fiume in piena, ho ipotizzato collegamenti, criticato teorie, citato autori… ho interpretato personalmente idee ed esperimenti. Chi mi ha interrogato deve aver creduto che fossi un personaggio parecchio strano, un mezzo secchione esaltato – quando in realtà lo sono completamente.
Tutto ciò solo per dirvi che questa insana passione per la cultura io l’ho scoperta nell’estate del secolo scorso, preparando gli “esami di maturità”. Da allora, la curiosità del ricercatore è rimasta con me come una malattia dalla quale non riesco a guarire, il ricordo del primo bacio, il tatuaggio che non ho mai fatto.
Questo è l’augurio che vorrei fare oggi agli studenti che si accingono a sostenere la prova di italiano. Spero che possiate ammalarvi anche voi e per il resto della vostra vita di una insana e totalizzante passione per la conoscenza.
Tra pochi mesi dovrete scegliere la Facoltà. Lasciate perdere statistiche e proiezioni occupazionali – a mala pena riescono a prevedere cosa accadrà tra due settimane, figuratevi tra cinque anni.
Iscrivetevi al corso di laurea che sentite di amare. Assecondate la vostra vocazione.
Inseguite i vostri sogni.
Non c’è davvero altro ragionamento da fare.