Il Decreto (In)Sicurezza

Oggi arriva in Consiglio dei Ministri il tanto atteso “Decreto Sicurezza” grazie al quale sarà definitivamente abolita la protezione umanitaria – un permesso di soggiorno di due anni riservato agli stranieri che provengono da Paesi in guerra o nei quali rischiano di essere perseguitati/torturati.

Una volta eliminata la protezione umanitaria, vivremo finalmente in un Paese più sicuro, dove i ponti non crollano, i terremoti non cancellano intere città, gli adolescenti non si drogano/suicidano e, soprattutto, i politici non rubano 49 milioni di euro comodamente rimborsabili in 80 anni di rate “a tasso fisso”.

“Buonista! Piddino! Benaltrista!”

Eh no, amici analfarazzisti, qui non si tratta di benaltrismo, ma di avere in mente una precisa scala gerarchica fatta di priorità e di valori: se il Governo vuole veramente migliorare la sicurezza del Paese, può scegliere tra centinaia di problemi seri da affrontare e risolvere con urgenza.

Invece di supporre che l’immigrato rappresenti – sic et simpliciter – una minaccia per la sicurezza del Paese, ancor prima di esser stato non dico condannato, ma nemmeno denunciato per aver commesso un delitto – come se gli stranieri fossero, per definizione, tutti delinquenti.

La verità è che gli immigrati sono la vostra arma di distrazione di massa preferita.

Cialtroni

Roma A. D. 2018

Restiamo umani.

Autore: Guido Saraceni

Professore di Filosofia del Diritto e di Informatica Giuridica, Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Teramo - In viaggio.

5 pensieri riguardo “Il Decreto (In)Sicurezza”

  1. Mi scuso per l’ignoranza in materia di legge ma senza entrare nel merito della correttezza del decreto nello specifico, mi risulta che l’abolizione della protezione umanitaria non provochi automaticamente anche il decadimento dell’istituto dell’asilo politico.
    Mi sbaglio forse? Chiedo lumi…

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    1. Non ti sbagli, Francesco, si tratta di due diversi istituti. Il Decreto si occupa anche di Asilo Politico, stabilendo che non può essere concesso a chi è stato condannato per determinati reati – anche se non si tratta di una condanna definitiva. Ma da quello che ho capito questo particolare aspetto della questione potrebbe subire alcune modifiche nei prossimi giorni.

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