Il Geniale Fan Club Dei Piccoli Penalisti.

Cari amici, in questi ultimi giorni ho avuto un breve scambio di idee con l’autore di una pagina satirica che si fa allegramente chiamare “il triste mietitore”. Il personaggio in questione aveva infatti pubblicato una sua battuta in cui affermava di “non aver mai capito” per quale motivo commettere un delitto sotto l’effetto di stupefacenti rappresentasse un’attenuante e non una aggravante. Considerato che questa battuta ha ottenuto circa ottomila like e un numero impressionate di condivisioni, ho pensato che fosse il caso di provare a spiegare ciò che l’autore stesso affermava di non aver mai capito.

Per questo motivo, ho ricevuto moltissimi e graditi attestasti di stima e di solidarietà, la risposta dello stesso triste mietitore ed una decina di critiche davvero interessanti dal punto di vista psico-socio-antropologico. Diversamente da quanto sono solito fare, non ho risposto a tutti i commenti, ma vi assicuro che li ho letti. Potete stare certi che non vi ho abbandonato,  stavo solo aspettando di scoppiare al momento giusto. “Come le bombe di stato” (JLF).

Sul contegno del triste mietitore non ho davvero niente da eccepire. Va bene, ha pubblicato una battuta “insensata”, contribuendo a diffondere una interpretazione del diritto penale erronea.  E soprattutto, pericolosa. Però, quando ha letto la mia replica ha deciso di ospitarla sulla sua pagina, dimostrando di essere un mietitore serio e corretto. Inoltre, ha provato a giustificarsi, in maniera a dire il vero poco convincente, ma comunque sottolineando che la sua era solo una battuta nata su twitter, che non avrebbe avuto a disposizione i caratteri necessari per sviscerare adeguatamente la questione, che i termini “attenuante/aggravante” da lui utilizzati non avrebbero dovuto essere interpretati in senso penalistico e che comunque era sorpreso del fatto che le sue parole potessero avere tutto questo peso.

Non ho replicato e non intendo replicare. Credo che il discorso sia ormai chiaro e che l’autore di quella pagina se ne sia reso perfettamente conto. Ripeto: sono rimasto molto impressionato dal fatto che abbia deciso di pubblicare la mia replica, ha dimostrato di essere una persona “seria” e pronta al dialogo. Anche se con il post successivo mi ha velatamente augurato di morire.

Detto questo, le persone che più mi hanno stupito sono i follower del suddetto mietitore e la loro penosissima voglia di attaccare me per difendere l’indifendibile. Come disse Woody Allen: non ho nessun problema con Dio, è il suo fan club a farmi paura. Proverò di seguito a commentare le loro argomentazioni.

“Capitan Ovvio”: si tratta di una pagina satirica!
Ma dai, davvero? Chissà quale strana concezione della satira hanno queste persone. Di fatti, uno dei siti satirici più famosi d’Italia chiede ai suoi membri di verificare attentamente le notizie, prima di fare una battuta. Una cosa è fare satira, altra cosa è diffondere bufale. Voglio dire, se scrivo “non ho mai capito perché quando una persona beve succo di limone guarisce dal cancro” non ho fatto una battuta, ho solo affermato una stupidaggine. Contribuendo a mettere in pericolo la vita delle persone. Se il presupposto è completamente errato non ci può essere niente di divertente. A me sembra un discorso semplice, ma deve essere troppo complicato per Capitan Ovvio.

Il Professore: la verità è che se assumi droghe ti becchi una aggravante.
Scusa collega, hai provato a capire ciò che ho scritto, prima di commentare? Quando leggo questo genere di commenti faccio fatica a non vedere la malafede di chi spera solo di attirare l’attenzione. Non so se sia peggio supporre che alcuni utenti siano affetti da una forma parecchio preoccupante di esibizionismo da social, oppure pensare che abbiano la stessa capacità di dialogare di un carapace.

Il Benaltrista: i veri problemi sono altri.
Ovviamente, quando qualcuno critica qualcosa – qualsiasi cosa – la risposta più facile consiste sempre nel dire che “i veri” problemi sono altri: la fame nel mondo, l’inquinamento, la guerra nucleare, Gasparri… Si tratta di un argomento inattaccabile, ci sarà sempre qualcosa di peggio. Eppure, a me sembra parecchio grave che qualcuno diffonda l’idea per cui se commetti un omicidio sotto l’effetto di droghe ti viene riconosciuta una circostanza attenuante. Forse, sarebbe meglio che la gente sapesse che si tratta di una aggravante. Ma io sono “vecchio stampo”. Preferisco vivere in una società sicura. Capisco che questo mio inutile pallino debba essere ponderato con le più alte  esigenze della “satira”. Me ne farò una ragione.

Il Furbo: guardate bene, questa pagina è piena di studenti ruffiani!
Molte persone credono che questa pagina sia popolata dai miei studenti. Ma i dati di geolocalizzazione dimostrano che la città in cui ho più seguito è Milano, seguita da Roma, Genova, Firenze… insomma, i miei alunni si tengono alla larga da questa pagina perché loro, prima e più di chiunque altro, hanno capito che la mia attività professionale è cosa ben più seria, diversa e separata dalla mia istrionica, hobbistica e giocosa presenza sui social network.  Bravi ragazzi, sono sinceramente orgoglioso di voi. Non mi stancherò mai di dire che insegnare è un ottimo modo per apprendere. Detto ciò, il primo che condivide questo post si aggiudica la lode.

Il Dubbioso: quindi, se sparo a mia suocera mentre sono ubriaco non mi ritirano la patente?
No, mio piccolo analfabeta di ritorno, non hai capito nulla. Non stiamo parlando dell’omicidio stradale. il tema è un altro. Adesso, per favore, torna a intrecciare canestri con la paglia e lascia che i grandi si confrontino su internet.

Questo è quanto. Se volete leggere gli originali, potete andare a controllare sulla mia pagina: non ho cancellato nulla, ma non ho neanche risposto. In fondo, il mio segreto preferito resta quello dello sciocco che tace: l’unico modo per far tacere un cretino consiste nel non rivolgergli la parola.

Come dico sempre in questi casi: dalla prossima settimana torniamo a parlare di cose serie.

Autore: Guido Saraceni

Professore di Filosofia del Diritto e di Informatica Giuridica, Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Teramo - In viaggio.

9 pensieri riguardo “Il Geniale Fan Club Dei Piccoli Penalisti.”

  1. Spargere delle affermazioni errate in seguito a fatti gravi come quello che è accaduto è deleterio perché la maggior parte della gente non si prende la briga di andare a verificare e quindi si fa idee completamente sbagliate solo perché l’ha detto Tizio o Caio, hai fatto benissimo a precisare, come hai fatto bene a non rispondere ai vari commenti perché si scende nella polemica e non nell’informazione!
    Buon pomeriggio :)

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  2. Dico subito che sono d’accordo nel merito. Devo però eccepire sul fatto che si possa confutare una cazzata con argomenti più che validi su una pagina facebook dove chi legge e scrive se va bene ha la metà del già povero quoziente intellettivo di questo “tristo figuro” se va male siamo sotto quello di Cassano (calciatore). Caro Guido capisco l’istinto del professore che cerca di erudire, ma fidati è fatica sprecata.
    Un sorriso

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