1. Chi vuoi che incontri?
Sei e venticinque di un mercoledì mattina qualsiasi.
Sono a Teramo.
Mi sono alzato presto per andare al parco fluviale a fare jogging.
Mentre mi cambio, noto che sulla mia felpa – sull’unica felpa che ho qui a Teramo – c’è una orribile macchia di sugo che, partendo con subdola discrezione dalla spalla sinistra, si spinge coraggiosamente all’avventura, sino ad espandersi, orgogliosa, al centro del petto.
Tutto questo è parecchio disdicevole.
Per un attimo, mi chiedo se sia il caso di uscire di casa, rischiando di fare una figuraccia. Poi, decido di andare lo stesso.
In fondo, sono le sei e trenta.
Fa un freddo cane.
Chi vuoi che incontri a quest’ora?
Dopo circa mezz’ora di jogging mi sento mezzo cuore in gola e mezzo nello stomaco.
Stanno iniziando a farmi male muscoli che non ricordavo di avere.
Puntuale come la morte, da lontano, mi raggiunge un grido.
-“Prooof! Proooooof!”
Sono in campo aperto, e non avrei comunque la forza per scappare.
Mi volto e affronto il mio destino.
Da uomo.
Due ragazze di circa vent’anni stanno correndo verso di me.
La più alta agita il braccio destro in aria perché la veda, e continua ad urlare.
L’altra la (in)segue a fatica, strusciando i piedi per terra e tenendosi il fianco.
Mi passo una mano tra i capelli e provo ad assumere una posa dignitosa.
-“Prof.! Ti seguo su Facebook! Leggo il blog! Sei un grande Prof! Me lo fai un autografo?”.
-“Un cosa? Siete mie studentesse?”.
-“Non ancora Prof. Io sto al primo anno! Se tutto va bene ci incontriamo nel 2019. Marina, invece, studia biotecnologie”.
L’amica, che aveva messo entrambe le mani sulle ginocchia per prendere fiato, si sente chiamata in causa, alza il capo e dice:
-“Ti posso fare una domanda Prof.?”.
-“Certo, dimmi tutto.”.
-“Perché scrivi le cose su internet?”.
Negli ultimi mesi, mi hanno fatto questa domanda un milione di volte, ma non mi sono abituato: mi mette a disagio, mi sento come se mi stessero rimproverando.
-“Beh… per lo stesso motivo per cui lo fanno tutti… voi perché siete su Facebook?”.
Si guardano, perplesse. Poi, tornano a fissarmi con aria interrogativa.
Decido di rispondere io.
-“Perché è bello comunicare, interagire… condividere le proprie idee con gli altri!”.
-“Si, certo Prof… Ma a parte questo?”
-“In effetti, c’è anche un aspetto narcisistico: mi piace leggere i commenti, vedere che molte persone apprezzano ciò che scrivo…”.
Niente da fare. Sono più perplesse di prima.
-“Va bene, Prof…. però…”.
Devo tagliare corto, altrimenti non mi lasceranno più andare.
“Le multinazionali canadesi del tabacco mi pagano 39 centesimi ogni quindici like!”.
Bocche che si spalancano, pupille che si allargano.
Intuisco di averle spiazzate.
Devo assolutamente approfittarne.
Mi rigiro e riprendo a correre.
Quando sono a distanza di sicurezza urlo:
-Scusatemi ragazze! Altrimenti perdo il ritmo!
-Prof. e l’autografo?
-Sul libretto. Se riuscirà a superare l’esame.
2. Conclusioni
Mentre torno a casa rifletto su due cose.
La prima è che siamo talmente abituati a pagare per qualsiasi cosa da rifiutare inconsciamente l’idea che qualcuno possa impegnarsi a fare qualcosa per il solo gusto di farlo, gratuitamente.
La seconda è che sto sinceramente pensando di inserire qualche banner pubblicitario sul sito. Non diventerò ricco, ma almeno la smetteranno di farmi sempre la stessa domanda.
Bonus track: The shocking truth
Chi fa il mio lavoro corre il rischio di isolarsi.
Con il tempo, perdiamo letteralmente il contatto con la realtà.
Compriamo casa in montagna per riuscire ad osservare il mondo dall’alto, senza rischiare alcun contagio con la polvere e le infinite bassezze che essa implica e suppone.
Usiamo i libri come mattoni, per costruire e fortificare una muraglia: la barriera dietro cui nasconderci e ripararci dal resto del mondo.
Mentre io ho sempre pensato che la cultura dovesse servire per abbattere esattamente quel muro.
E costruire un ponte.
Che poi la shocking truth è l’unica cosa che volevi davvero dire in questo post… o sbaglio?
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La risposta della multinazionale è una buona risposta.
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Funziona ;)
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Buono a sapersi: dovessi mai rispondere a qualcuno userò una tecnica simile!
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Ciao Guido
Alla fine hai visto che la tua macchia è passata assolutamente inosservata ?! 😉
Buon Anno Nuovo ! 👍✨🌸
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Così pare! Buon anno Giovanna :)
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Buongiorno Guido , adoro leggere le tue riflessioni e penso che noi seguaci del tuo blog ti seguiamo lo stesso anche se inserisci i banner pubblicitari :D .Anche io nel mio blog che ho su http://www.violetadyliphotographer.com li ho inseriti ;) Un sorriso :) Viola
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Grazie Viola! Ci sto pensando… magari
ti chiedo qualche consiglio in privato :)
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Ok .
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Io uso Adblock…. Varrà lo stesso il mio like?
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Non so cosa sia Adblock, ma suppongo di sì!
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Ho studiato per erigere un muro fra me e la gente che non voglio intorno. Il peggio è che non è servito a nulla, nemmeno a questo XD
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Quando la motivazione è sbagliata,
il risultato è comunque un fallimento ;) Buona giornata Alessandro e grazie per il commento.
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Va bene: ho studiato per aiutare il prossimo e bla e bla – non è servito comunque XD (Buona giornata, benché sia lunedì!)
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Buon Lunedì Alessandro.
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Leggere la freschezza delle sue riflessioni è un vero piacere…. perciò…. spero deciderá di non “sporcarle” inserendo pubblicità.
Buone Feste, prof. Saraceni.
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Grazie Eva, ci sto pensando. Vedremo… Buone feste anche a te! Un caro saluto.
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ha controllato che non ci siano 2 like in meno, da quando è tornato dalla corsa?:))
Sulla pubblicità sul sito non saprei dire, io non sono favorevole e infatti ho AdBlock sempre aggiornato
Ma lei è sicuro che quelle due ragazze, quando le hanno chiesto perché scrive su FB, si riferissero ad un do ut des recondito? Lei non si vede con i nostri occhi e forse forse non può davvero capire
Basta conoscere i prof universitari per guardarla con gli occhi tondi e farle quella domanda
Buone feste, prof, e sempre “Grazie”
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