I miei Auguri di Natale.

Ieri notte ho sognato di entrare in uno strano negozio.
Dietro al bancone c’era uno splendido angelo, ricordo che aveva lunghi ricci dorati e due occhi azzurri e profondi come il mare aperto.

-Cosa vendete in questo negozio?
-Solo cose importanti, signore.
-Ad esempio?
-Amore puro ed incondizionato; imperturbabile serenità; gioia di primissima scelta…
-Wow. E quanto costano?
-Mi scusi, signore, ma dove pensa di essere entrato? Questo è il negozio di Dio, è tutto gratuito.
-Davvero posso portare via tutto ciò che voglio?
-Certamente, mi dica solo come posso servirla.
-Vediamo… mi dia un po’ di tutto ciò che avete: amore, serenità, amicizia… tolleranza, gioia, fiducia… perseveranza, pazienza… sincerità…
-Aspetti qui.

L’angelo sparì nel retrobottega e tornò dopo qualche minuto.
In mano, aveva una piccola bustina.
Ero stato chiaramente imbrogliato.
Lo guardai con sospetto.

-Tutto qui?
-Tutto qui.
-Lei mi sta dando solo ciò che merito. Vero?
-Sbagliato.
-Allora mi dica come è possibile che tutto ciò che le ho chiesto si trova in questa piccola bustina!
-Amico mio, qui non doniamo frutti. Ma semi.

Sun

Ciò che mi piace, di questo racconto, è il fatto che viene rimarcata la gratuità dei doni di Dio. Viviamo in un mondo completamente dominato dal principio commerciale della reciprocità: do ut des, facio ut facias, dico ut dicas. Tutto viene messo sul piatto della bilancia e ponderato con attenzione. Sarei anche disposto a mettermi in gioco in questa relazione, ma tu cosa mi offri in cambio? Potrei anche impegnarmi di più, ma cosa ne ricavo? Vorrei tanto restare fedele alle mie promesse, ma tu hai fatto o farai lo stesso con me? A fronte di questo diffuso e volgare mercanteggiare, il negozio di Dio offre merce di primissima scelta, senza chiedere nulla in cambio.

La verità è che le cose più importanti della vita non possono essere acquistate; che la felicità non è la retribuzione che riceviamo in cambio di ciò che diamo agli altri, ma la gioia nascosta nel fatto stesso di essere in grado di donare. Questa è la più alta e compiuta forma di libertà. Come è stato giustamente detto: di noi, resterà solo l’amore che abbiamo donato.

Inoltre, mi piace il richiamo finale ai semi. A dirla tutta, credo che sia la parte più importante della storia. Non solo perché si tratta di un azzeccatissimo colpo di scena. Ma perché questo riferimento ai semi sembra comprovare l’idea per cui le cose belle richiedono tempo, pazienza, cura. Solo così potranno gettare radici profonde e crescere forti. Invece, il Diavolo ha fretta, ci forza continuamente la mano perché “sa che il suo tempo sulla terra sta per scadere”. Il Diavolo vuole tutto. E lo vuole subito.

Infine, a me sembra che il riferimento ai semi rispecchi in maniera fedele il senso del Natale. Dio, l’onnipotente, decide di farsi uomo. Scende quindi dal cielo e nasce bambino in una condizione di estrema debolezza e precarietà. Dopo essersi fatto carne, trasformerà la sua vita in ostia. Qui, in questa esaltazione divina di tutto ciò che è piccolo, umile ed indifeso, io intravedo la più compiuta e lodevole essenza del messaggio cristiano.

Autore: Guido Saraceni

Professore di Filosofia del Diritto e di Informatica Giuridica, Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Teramo - In viaggio.

8 pensieri riguardo “I miei Auguri di Natale.”

  1. Bellissima storiella..Il vero senso del Natale e del vivere quotidiano è proprio questo:il saper attendere e il prepararsi all attesa..L uomo libero lo è nel “tempo,nella pazienza e nella cura”.Auguro anche a te un Natale ricolmo d’attesa e di pienezza nell’Amore.Claudia

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