La Rivolta dei Piccoli Hater

0) Premessa
Qualche giorno fa ho scritto un post contro una nuova bufala sulla privacy che stava iniziando a circolare su Facebook. L’ho fatto perché molti utenti mi hanno sollecitato, ed anche, perché da docente di informatica giuridica credevo di poter contribuire in tal modo alla diffusione della verità – che, diciamocelo pure, è sempre una bella cosa. Tenete presente che circa un anno fa, quando mi sono occupato per la prima volta di questo tema, moltissime persone si domandavano se quel post fosse o meno efficace per tutelare la propria privacy. Al punto che La Repubblica scrisse alla Direzione di Facebook per avere notizie certe e successivamente pubblicò una smentita ufficiale. Tutto ciò premesso e considerato, alcuni utenti hanno sentito il bisogno di venire sul mio profilo a giustificarsi. Nella migliore delle ipotesi, si sono limitati commentare con frasi del tipo: “io non ho mai fatto una foto con il telefono che mi ha regalato l’amante!”; oppure, con l’altrettanto geniale: “io ho letto tutti i libri che cito!”. Nella peggiore hanno creduto di essere in diritto di insultarmi personalmente. Per questo motivo, ho pensato che fosse giusto dedicare il mio consueto articolo domenicale ai miei piccoli hater.

Nella convinzione che una sola risposta non sarebbe bastata, ne ho elaborate sette.

1) Religiosa I (Ecumenica)
La prima metà del post – la parte che vi ha fatto molto indignare – era volutamente eccessiva, iperbolica e sardonica, ma soprattutto, era strumentale: serviva per arrivare alla conclusione. Vi confesso che a me tutto questo sembrava evidente  – almeno quanto il fatto che il post sulla privacy fosse una colossale bufala. Quindi, considerato che oggi è il giorno del Signore, vi propongo di deporre definitivamente le armi e scambiarci un segno di pace. Abbracciamoci fraternamente e torniamo ciascuno sulla propria strada, nella convinzione che il confronto è sempre un ottimo modo per crescere ed arricchirsi reciprocamente. Che ne dite? Pace fatta? Benissimo. Adesso potete tornare sul vostro profilo a fare finta di essere le persone che non siete.

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2)  Logica
Andiamo al succo: cosa mi rimproverate?  Di aver espresso un giudizio negativo sugli utenti di Facebook, dimenticando che “tutti sono liberi di scrivere ciò che vogliono”. Spiegatemi una cosa: perché questa regola dovrebbe valere per tutti tranne che per me?

3) Giuridica
La libertà di espressione del pensiero è una cosa seria. Si fa presto ad affermare di esserne convinti paladini quando non ci sentiamo in alcun modo chiamati in causa. Qualche tempo fa eravate tutti Charlie, poi siete diventati tutti Erri, ma guai a toccare il profilo Facebook altrui, perché il sentimento religioso ed il rispetto della legalità valgono molto meno delle vostre bufale virali. Alla fin fine, pochissimi di noi possono dire di essere veramente Charlie. La maggior parte assomiglia di più a Snoopy.

4) Medica
Guarda caso, i piccoli hater hanno tutti il vizio di scrivere almeno ottantacinque commenti, provando a sollevare le masse ed alimentare uno shit storm nei miei confronti. Insomma, si sentono offesi per ciò che ho scritto ed in dovere di intervenire nel dibattito; nella convinzione che il mondo giri tutto intorno a loro. A tal riguardo, consiglierei una visita specialistica. Potrebbe essere labirintite.

5) Religiosa II 
Quando Dio stava distribuendo l’ironia voi eravate in fila per il bagno.
Ma sul vostro profilo avete scritto che eravate in fila per la sincerità.

6) Filosofica
Riferendomi alla più gran parte degli utenti di questo social network, ho solo ripreso il pensiero di uno dei più interessanti filosofi contemporanei – attualmente docente presso la prestigiosa Università di Heidelberg – che ha spesso e molto chiaramente criticato la falsità dilagante su Facebook. Mi rendo perfettamente conto del fatto che anche io scrivo su Facebook e dunque la stessa accusa di falsità potrebbe essere rivolta nei miei confronti. Ma sapete qual è la cosa più bella? Non faccio nessuna fatica ad ammetterlo. Chi più chi meno, tutti utilizziamo il nostro profilo come una vetrina. La differenza tra me e voi non è la sincerità, ma l’(auto)ironia. Io indosso il vestito elegante dell’intelligenza, mentre voi andate in giro con i jeans a sigaretta.

7) Conclusiva
Insomma, sono assolutamente convinto che ci siano tantissime persone che citano solo frasi di autori che conoscono, non divulgano bufale, non hanno l’amante e non fanno finta di essere sempre felici.

Solo che nessuna di queste persone ha un profilo su Facebook.

Ps: Se Dio vuole, domenica prossima torniamo a parlare di cose serie ;)

Autore: Guido Saraceni

Professore di Filosofia del Diritto e di Informatica Giuridica, Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Teramo - In viaggio.

16 pensieri riguardo “La Rivolta dei Piccoli Hater”

    1. Sarebbe divertente.
      Un Dio che presenzia una cerimonia volta a pregare e glorificare sé stesso… parlando di sé alla terza persona, ovviamente.

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  1. Professore, ovazione in piedi per lei. Ha centrato pienamente una cosa fondamentale, a mio avviso: l’importanza vitale dell'(auto)ironia. La vedo come necessaria in ogni manifestazione, del singolo e di una qualsiasi formazione social(e). Le reti sociali, purtroppo, per una malintesa visione, tendono all'”autodeificazione” dei singoli, e i loro profili diventano così “recinti sacri” in cui possono sostare solamente le vestali da loro nominate. Io me ne sono fatto da tempo una ragione, e se con queste persone sono proprio costretto ad interloquire, una massiccia dose di ironia riesce a ridurle a quello che sono realmente: ben poco. Cordiali saluti.

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  2. Salve Prof.
    Attraverso un mio contatto sul social network Facebook sono venuta a conoscenza (finalmente) che il post che circola riguardo la tutela della privacy e/o tale una forma di autodifesa sui propri dati, fosse una delle solite menate che qualche tizio ha pensato di pubblicare e divulgare per attirare i soliti comuni creduloni che fosse davvero un’articolo che potesse in qualche modo tutelare le informazioni scritte sul profilo. Ovviamente ciò che a me dà più sconcerto è che diversi essereri umani facciano uso di un’ipocrisia, o ancor meglio essere tanto contraddittori, in una maniera tale da crederci davvero. Innanzitutto il famoso libero arbitrio, donato dai nostri dei, permette alle persone di scegliere ciò che nella vita si decide di fare, scrivere, leggere ed interpretare. Prendere la decisione, nel momento in cui non si trova un’altro hobby e/o se si vuole perdere prezioso tempo, di iscriversi su di un social network (appunto Social) cui concetto parte dalla divulgazione delle informazioni che si decide di voler rendere noto. Da questo semplice concetto, io che decido o meno di scrivere il vero o il falso, ho emesso informazioni che circoleranno sulla rete. Detto ciò e tornando sul tema citato sulla privacy, ho enormi difficoltà a capire il senso dell’articolo. Non sono un uomo di diritto ma nei miei numerosi esami di diritto, penso o di non averci capito nulla o di essere un essere giunto dal pianeta delle scimmie intelligenti. Spulcio nelle memorie recondite della filosofia e cerco di capirne, eventualmente, un concetto più profondo. Per quanto profondo posso cercar di andare credo che nemmeno Kant sarebbe riuscito a trovarne una logica…..perfetta o imperfetta. Allora per capire il senso del “sully post”, le chiedo due domande. 1) quale fosse il fine dell’articolo 2) perché, dal punto di vista tecnico/giuridico, è stato giudicato “bufala”? Falsa perché non ha senso, errata corrige, errori di citazioni tecnico giuridico? Help! Thank you

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  3. “Quando Dio stava distribuendo l’ironia voi eravate in fila per il bagno.
    Ma sul vostro profilo avete scritto che eravate in fila per la sincerità.”
    e
    ” La differenza tra me e voi non è la sincerità, ma l’(auto)ironia.
    Io indosso il vestito elegante dell’intelligenza, mentre voi andate in giro con i jeans a sigaretta.”
    Mi stanno convincendo a riscrivermi all’Università, 10 anni dopo la Laurea. Solo una domanda: dove è Teramo?

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